Regia di Jacques Rivette vedi scheda film
Rivette non mi ha mai veramente entusiasmato e il film è la migliore conferma della sua poca capacità (o volontà) di sintesi. Esistono numerose versioni cinematografiche della protagonista, ed era difficile riuscire a proporre una chiave di lettura originale: il regista opta per uno stile da cronaca medievale, quindi la recitazione usa toni ingenui (che rischiano di apparire bamboleggianti) e i personaggi non hanno spessore psicologico; la ricostruzione d’epoca è ben curata e si mantiene aderente alla realtà, senza voli mistici (nessuna scena con apparizioni soprannaturali, solo Giovanna che si raccoglie in preghiera). La Bonnaire si misura senza timori reverenziali con le grandi attrici che l’hanno preceduta nel ruolo.
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