"Le battaglie": convinta di essere stata designata dalla volontà divina, la popolana Giovanna chiede e ottiene dal delfino di Francia le truppe per sconfiggere l'assedio inglese a Orléans. "Le prigioni": una serie di rivolgimenti politici provoca la cattura della giovane, che verrà processata e condannata al rogo a Rouen.
Note
Rivisitato in mille versioni differenti (tra le quali spiccano quelle di giganti del calibro di Dreyer, Rossellini e Bresson), l'impasto di Mito e Storia che circonda l'eroina nazionale francese viene "umanizzato" e reso concreto - anche attraverso le scelte scenografiche, curate nei minimi dettagli - dalla rilettura rivettiana.
La mia visione del film di Rivette risale ad una lunga maratona notturna di Fuori orario di parecchi anni fa in cui furono trasmesse entrambe le parti dell'opera per una durata complessiva di oltre quattro ore. È un'opera coraggiosa ma difficile, alquanto diversa da tutte le versioni precedenti, dove il regista ha puntato molto sul rigore storiografico, con una minuziosa rievocazione… leggi tutto
Rivette non mi ha mai veramente entusiasmato e il film è la migliore conferma della sua poca capacità (o volontà) di sintesi. Esistono numerose versioni cinematografiche della protagonista, ed era difficile riuscire a proporre una chiave di lettura originale: il regista opta per uno stile da cronaca medievale, quindi la recitazione usa toni ingenui (che rischiano di apparire bamboleggianti) e… leggi tutto
A me ha dato l'impressione di un colossal storico, forse preciso come ricostruzione, ma noioso. Il personaggio è un manichino incoerente, non è indagato per nulla, mentre la pretesa di farlo vivere e agire l'avrebbe imposto. La violenza della guerra, anche civile, rende inaccettabile la missione "divina" di parteciparvi, con convenzionali frasi di dolore di fronte ai morti, come… leggi tutto
Figura storica, simbolo mistico, personaggio leggendario: Giovanna d'Arco, nel corso dei secoli, ha ispirato una produzione copiosa e variegata in tutte le arti, compreso il cinema che, a pochi mesi dalla sua nascita,…
E' scomparso ieri, a 87 anni, il regista francese Jacques Rivette e mi sembrava doveroso dedicargli una playlist. Per quanto meno noto e celebrato di Truffaut, Godard, Rohmer o Resnais, Rivette era comunque noto ai…
La mia visione del film di Rivette risale ad una lunga maratona notturna di Fuori orario di parecchi anni fa in cui furono trasmesse entrambe le parti dell'opera per una durata complessiva di oltre quattro ore. È un'opera coraggiosa ma difficile, alquanto diversa da tutte le versioni precedenti, dove il regista ha puntato molto sul rigore storiografico, con una minuziosa rievocazione…
Umanizzazione cinematografica di un personaggio che ormai è assurto agli onori del calendario ufficiale della Chiesa cattolica, anche se a condannarla al rogo furono, tanto per cambiare, autorevoli rappresentanti della medesima organizzazione, con il Vescovo Cauchon di Beauvais in testa. La ricostruzione storica, fatta con dovizia di particolari e con una certa larghezza di mezzi,…
Abbiamo qui un Rivette insolitamente sobrio, che si dedica alla storia (e alla Storia) innanzitutto, affrontando con un piglio narrativo logico e lineare le vicende che hanno vista protagonista, nella prima metà del quindicesimo secolo, l'eroina nazionale francese, Giovanna d'Arco. In tanti avevano già messo le mani sul mito, da Bresson a De Mille, da Rossellini a Dreyer, e molti…
A me ha dato l'impressione di un colossal storico, forse preciso come ricostruzione, ma noioso. Il personaggio è un manichino incoerente, non è indagato per nulla, mentre la pretesa di farlo vivere e agire l'avrebbe imposto. La violenza della guerra, anche civile, rende inaccettabile la missione "divina" di parteciparvi, con convenzionali frasi di dolore di fronte ai morti, come…
Rivette non mi ha mai veramente entusiasmato e il film è la migliore conferma della sua poca capacità (o volontà) di sintesi. Esistono numerose versioni cinematografiche della protagonista, ed era difficile riuscire a proporre una chiave di lettura originale: il regista opta per uno stile da cronaca medievale, quindi la recitazione usa toni ingenui (che rischiano di apparire bamboleggianti) e…
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