Regia di Ulrich Seidl vedi scheda film
Canicola di Seidl è una esperienza di analisi dell'esterno talmente acuminata e precisa da bucare l'ideale membrana di separazione con l'interiorità delle persone mostrate; il dolore è onnipresente, in ogni circostanza, anche quella più apparentemente tranquilla. La messinscena di Seidl non arretra mai, non ha paura, mostra con assoluto distacco, non vuole manipolare lo spettatore; lo sguardo assiste disincantato, la visione procede lentamente ma assume anche fluidità grazie al montaggio alternato dei frammenti delle vite prese in esame. Non manca però anche una nota di grottesco volutamente messo in evidenza, ma con un atteggiamento straniante, sospeso, quasi malinconico, forse il momento più alto del film: ossia lo spogliarello meccanico della domestica davanti all'ingegnere, che ne loda l'abilità in puro stile orientale, sulle note di un tango ipnotico, un certo "Tango Chopin", cioè un arrangiamento di un noto preludio dall'op. 28 del compositore polacco. E non mancano neanche momenti liberatori, anche solo momentaneamente, con pianti e sensi di colpa mai estenuati. P.S.: U. Seidl rientra tra i dieci registi preferiti di W. Herzog. 7 1/2
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