Regia di Umberto Lenzi vedi scheda film
Berlino, 1936. Durante le Olimpiadi un gruppo di ufficiali di diverse nazionalità si ritrova per una piacevole serata dai toni distensivi, durante la quale si sdrammatizza anche il pericolo di un'imminente guerra. Che naturalmente, invece, arriverà molto presto, dividendo per sempre i protagonisti, molti dei quali troveranno, nel conflitto, anche la morte.
Il grande attacco è sicuramente la produzione più ambiziosa di tutto il cinema di Umberto Lenzi, che in questa occasione divide anche i crediti di sceneggiatura con Cesare Frugoni; la triplice targa italo-jugoslavo-tedesca del film garantisce mezzi a sufficienza per un cast dai molti nomi altisonanti e per un dispendio non indifferente in termini di scene di massa, d'azione e ricostruzione d'ambienti. Ma la più piacevole notizia relativa all'opera è che non si tratta di un semplice film di guerra, o meglio: sì, le sequenze avventurose, gli scontri, le scene movimentate non mancano, ma c'è anche una chiarissima morale antibellica - contro qualsiasi guerra, non solo la seconda mondiale - che campeggia lungo tutta la trama. Venendo ai nomi sul cartellone: Henry Fonda, Giuliano Gemma, Edwige Fenech, Helmut Berger, John Huston, Evelyn Stewart (Ida Galli), Venantino Venantini, Stacy Keach, Rik Battaglia, Ray Lovelock, Patrick Reynolds e ancora Attilio Dottesio, Luciano Catenacci e Giacomo Rossi Stuart in particine. Non male per essere il prodotto di un onesto artigiano del cinema di genere, che però in questa occasione può permettersi di mirare più in alto del solito, dipingendo un affresco anzichè il consueto quadretto; l'anno successivo Lenzi ritenterà questa strada, con minore successo, girando Contro 4 bandiere. 4,5/10.
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