Regia di Stelvio Massi vedi scheda film
«-Lei non sarà mica uno di quei piantagrane che vogliono il sindacato di Polizia?
- No, io sono un piantagrane e basta!»
Dopo il successo di Mark il Poliziotto, Stelvio Massi dirige nuovamente Franco Gasparri nei panni del tutore della legge più fascinoso del suolo italico e realizza un film che è diventato uno dei capisaldi del poliziottesco.
Mark il poliziotto spara per primo presenta una rassegna degli stilemi tipici di quel genere che fiorì sugli schermi nostrani nel corso degli anni 70, anni difficili caratterizzati da un'incertezza economica cui si accompagnava una inquietante escalation di violenza sociale.
Erano gli anni del terrorismo, ma anche della criminalità organizzata che aveva saputo cogliere quel momento di grande confusione per allungare i tentacoli delle proprie attività illecite.
In un simile contesto l'idea di un poliziotto che sapesse combattere il crimine con la stessa brutalità con cui i criminali (politicizzati e non) compivano le loro gesta aveva molta presa sul pubblico, così come esercitava un indubbio (anche se abbastanza discutibile) fascino la figura dell'uomo di legge che abbandona i vincoli del garantismo, che spesso veniva visto come un impedimento, per ergersi a giustiziere.
Mark il poliziotto spara davvero per primo, non usa mezzi termini contro i loschi trafficanti né contro i subdoli faccendieri che dietro l'aria del perbenismo nascondono un anima ancora più nera dei criminali da strada.
Ma sa dimostrare al tempo stesso pietà per chi, ben oltre le sue colpe, viene stritolato in un gioco più grande.
Pur presentando alcuni dei difetti tipici del genere (un'azione enfatizzata al massimo, qualche buco nella sceneggiatura) questa pellicola risulta assolutamente godibile, un vicenda narrata dal regista con piglio vigoroso, dosando nella giusta misura inseguimenti e sparatorie.
Franco Gasparri è assolutamente in parte, del resto la figura dello sfortunato attore marchigiano è da sempre un tutt'uno con il personaggio di Mark Terzi, Lee J. Cobb (il detective Kinderman de L'Esorcista, ma anche il boss mafioso ne Il Giorno della Civetta) è perfetto nel ruolo del viscido Commendator Benzi, impegnato a mascherare il suo sporco gioco dietro l'aria del personaggio socialmente irreprensibile, mentre Massimo Girotti usa la sua professionalità per il ruolo del vice-questore.
Tra i comprimari spicca la deliziosa Edy Galleani nella parte di Angela, ragazza che entra in contatto con Mark a seguito di una circostanza tragica per iniziare poi una relazione con l'affascinante poliziotto, mentre Nino Benvenuti presta la propria fisicità a un cattivo senza speranza (eppure molto più simpatico del losco Benzi).
Nota finale per le location, Genova soprattutto, ma anche Savona. Bellissima la scena in cui Mark durante un inseguimento entra nel mitico cinema Astor (storica sala cittadina ormai chiusa da anni, simbolo dell'epoca pre-multisala) e si trova coinvolto in una sparatoria mentre sullo schermo scorrono le immagini de La Polizia ha le mani legate di Luciano Ercoli (per la cronaca l'interno è in realtà quello dell'Eldorado, altra sala savonese dei tempi che furono).
Cinema nel cinema!
Sarebbero tre stelle e mezzo, ma vista la location mi perdonerete se aggiungo una mezza stella in più.
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