Regia di Stelvio Massi vedi scheda film
Il commissario Terzi, già protagonista di Mark il Poliziotto, viene trasferito a Genova, dove dovrà affrontare la criminalità locale, le trame oscure del corrotto commendator Benzi e il misterioso killer "La Sfinge", che lascia dietro di sé una scia di cadaveri e minaccia di far saltare la città (sic!).
Secondo episodio della (sopravvalutata?) trilogia di Mark: il nome di Dardano Sacchetti tra gli autori della sceneggiatura, solitamente garanzia di uno spettacolo rozzo ed efficace, in questo caso non riesce a risollevare le sorti di una vicenda che procede in maniera frammentaria e disomogenea, tra salti e buchi narrativi, fino a rasentare il ridicolo in diverse occasioni: da antologia del trash i "bomboni" con i candelotti di dinamite e le sveglie, la mira infallibile di Terzi, capace di colpire un avversario in movimento in un cinema affollato di spettatori in preda al panico o di tranciare un filo elettrico ad una decina di metri di distanza, e l'incredibile sbarco del commissario nella sua nuova sede di lavoro, con un piccolo aereo da turismo, dal quale scende in compagnia di Whisky, il suo enorme cane San Bernardo, che viene mandato in questura con l'autista, mentre il suo padrone incontra un informatore e, cotto e mangiato, risolve d'emblée un caso di sequestro... quando si dice saper fare il proprio mestiere.
Il protagonista Franco Gasparri, consegnato alle esagerazioni del culto postumo da un destino sfortunato e da una morte prematura, aveva decisamente il fisico del ruolo (improponibile però la camicia perennemente sbottonata sul torace glabro), ma non grandi capacità d'attore, nonostante un impegno evidente e lodevole (molti stunt, tra i quali una spericolata corsa in moto e una serie infinita e un po' stucchevole di salti da muretti e balaustre, sono stati realizzati apparentemente senza l'ausilio di controfigure). Qualche volto interessante (Spiros Focas, la graziosa Ely Galleani, i vecchi leoni Massimo Girotti e Lee J. Cobb in una delle sue ultime interpretazioni) nell'altrimenti non eccelso cast. Secondo e ultimo film (non una grande perdita) per il pugile Nino Benvenuti.
Lungi dall'ostentare pretese di grande artista, il regista Stelvio Massi è sempre stato un onesto artigiano: le sue pellicole erano rudi, spettacolari, senza fronzoli e per questo incontravano i popolarissimi gusti del pubblico italiano anni 70. Mark il Poliziotto Spara per Primo non è tuttavia la sua migliore opera.
Suggestiva l'ambientazione genovese, ma il brulicare di (mala)vita dei suoi caruggi poteva essere sfruttato meglio.
Un po' povera la colonna sonora, in pratica consistente di soli due brani: il bell'hard-funk di Mark, realizzato da Adriano Fabi con la voce di Sammy Barbot e il languido (e irritante) easy listening di So Much Love di Cashin & Doneaway (un ovvio pseudonimo: chi erano costoro?).
Parecchio mediocre, anche per gli standard non elevatissimi del genere: 4/10.
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