Regia di Joel Coen vedi scheda film
Una vita per caso
Si chiamava Ed Crane il protagonista, l’uomo che non c’era di questo film, colui la cui individuazione è problematica, essendo possibile parlarne soprattutto per ciò che lo differenziava da chi viveva felicemente e attivamente intorno a lui.
Al di là del carattere individuale di ciascuna di quelle persone, si trattava di donne e uomini accomunati dalla stessa weltanschauung: la condivisa convinzione di trovarsi nel migliore dei mondi possibili.
Doris, sua moglie; Frank, suo cognato; Big Dave, l'amico, nonché titolare del negozio in cui Doris lavorava e anche gli altri amici e conoscenti che non si ponevano molte domande e non avevano dubbi: non solo questo mondo era perfetto per loro, ma essi avrebbero potuto ulteriormente migliorarlo col lavoro, con gli affari e col denaro.
Ed, invece, si poneva continuamente molte domande, senza trovare risposte adeguate, ciò che ne accresceva l’incertezza e l’inquietudine: non riuscendo a spiegarsi le incongruenze, le contraddizioni nonché l’insensatezza del vivere, si accontentava di opporre un ostinato silenzio alle vuote chiacchiere del suo prossimo, di cui egli guardava, con meravigliata e ironica indifferenza, l’arrabattarsi e l’affannarsi per accumulare altro denaro.
Il suo silenzio e lo sguardo assente ci dicono però anche della sua consapevolezza lucida e impotente: aveva intuito nell’esistenza universale una cieca mancanza di finalità, cosicché gli sembrava che ogni forma vitale fosse mossa da un’energia assurda e oscura, quella stessa che rendeva inarrestabile la crescita dei capelli, anche dopo la vita stessa, ciò che per lui era un enigma ossessivo e tormentoso, ma che, invece, per Frank era sicuramente il positivo indizio di un ordine naturale provvidenzialmente finalizzato al proprio benessere individuale e a quello della sua famiglia, visto che era parrucchiere!
Ed, l’anti-eroe, lavorava per Frank: ci appare subito, infatti, nel suo camice da barbiere, al lavoro nella bottega del cognato chiacchierone. Come la sua stessa voce narrante tiene a precisare, dentro questo lavoro egli si era trovato, o, per usare le sue parole, “ci si era sposato”, essendo Doris la sorella di Frank. Tutto quanto era accaduto nella sua vita era stato un evento casuale e inopinato: il lavoro, il matrimonio, la casa e persino il tradimento di Doris, che ora se la stava intendendo con Big Dave
Inatteso e casuale era stato anche l’incontro con l’ambiguo Creighton Tolliver, l’uomo che avrebbe impresso la svolta definitiva alla sua esistenza. Questi, probabilmente un imbroglione in cerca di ingenui da spennare, gli aveva fatto credere che fosse arrivata finalmente anche per lui la possibilità di farsi stimare per ciò che avrebbe realizzato nel business, allora emergente (il film è ambientato nel 1949), del lavaggio a secco. Ed Crane gli aveva dato retta e, sedotto soprattutto dall’idea di vendicarsi del tradimento di Doris, aveva estorto col ricatto a Big Dave il denaro richiestogli da Creighton per avviargli l’attività.
Del tutto inattesi e imprevedibili, però, gli sviluppi della faccenda: Big Dave, completamente rovinato, aveva scoperto che era stato Ed a ricattarlo e ora stava per strangolarlo, costringendolo, per difendersi, a ucciderlo; Doris era stata accusata del delitto e rischiava la pena di morte; Frank si era indebitato per procurarle un avvocato capace di farla uscire dai guai; Creighton sembrava essere sparito con il malloppo.
Il film, che nella prima parte aveva presentato i personaggi della vicenda, delineandone i tratti connotativi, ora assume sempre più marcatamente il carattere di un thriller, al termine del quale Ed Crane finirà stritolato.
La verità dei fatti si era rivelata impossibile da ricostruire per gli uomini che avevano condotto le indagini dopo il sorprendente ritrovamento del corpo di Creighton, esattamente come per Ed Crane era stato impossibile, durante tutta la sua vita inquieta, penetrare oltre le apparenze del reale che smentivano continuamente le certezze della maggioranza degli uomini.
Le parole dell’avvocato di Doris, a questo proposito, non potrebbero essere più chiare:
Il principio di indeterminazione, dunque, è tutto ciò che un fisico “crucco” (per dirla con l’avvocato) di nome Heisenberg, stimato anche da Einstein, era riuscito a stabilire circa le possibilità conoscitive della scienza e perciò stesso nostre! In altri termini, nulla, esattamente ciò che Ed Crane, il barbiere-filosofo aveva intuito.
Il film è girato a colori e successivamente desaturato, con effetti stupefacenti, che rappresentano quasi visivamente il brancolare nel buio di Ed alla ricerca inutile della verità ed è recitato in modo superlativo da Billy Bob Thornton (Ed Crane); Frances McDormand (Doris), James Gandolfini (Big Dave), Michael Badalucco (Frank), Jon Polito (Creighton).
Fugace l’apparire di Scarlett Johansson, giovanissima, in un ruolo secondario, ma decisivo verso la fine del film, che è bellissimo, probabilmente un capolavoro!
*Lo stesso principio che Joel ed Ethan Coen riproporranno di fronte all’interrogarsi angoscioso del loro nuovo antieroe in A serious Man
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