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L'uomo che non c'era

Regia di Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su L'uomo che non c'era

di scandoniano
10 stelle

Ed Crane (Billy Bob Thornton) è un barbiere di provincia. Nonostante l’età matura è ancora un garzone. Economicamente la baracca la manda avanti la moglie Doris (Frances McDormand), che fa la ragioniera di un imprenditore della zona. Ed e Doris hanno una vita regolare, ma in cui non c’è comunicazione: in un mondo ciarliero Ed è un muto, che spiccica solo lo strettissimo necessario, limitandosi a lasciar parlare. La condizione di barbiere non lo soddisfa e seraficamente, come suo solito, cerca di far fortuna. Ma gli occorrono 10mila dollari per entrare in un progetto imprenditoriale che potrebbe cambiargli la vita per sempre. Cominciano così le sue disavventure che lo porteranno a vivere tanto silenziosamente, quanto intensamente, una vita fatta di omicidi, avvocati, indagini, lutti ed incertezze.
I fratelli Cohen mettono in scena una grande storia, che dall’inizio alla fine è narrata con voce off (ed il sardonico finale ne chiarirà la ragione) dal protagonista, un Billy Bob Thornton mai così algido; le letture allegoriche, i risvolti della storia ed un finale molto ben congegnato, unitamente alla voce del protagonista che faticherà a sparire dalla mente degli spettatori, sono gli ingredienti di un film decisamente di buon livello: emozionante ed intenso, penetrante e sincero.
Esteticamente il film è girato in un bianco e nero fulgido, tipico dei noir di un tempo; elemento che assieme alla citata narrazione autodiegetica regalano un omaggio al cinema di Wilder (“La fiamma del peccato” o “Viale del tramonto”).
Prolissa ed insieme contemplativa, la sceneggiatura dei fratelli Cohen è come al solito la parte migliore del progetto cinematografico, in cui l’ironia amarissima è un mixer con cui realtà, volontà di redenzione, opportunismo e fato si commistionano in maniera incontrollabile.

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