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L'uomo che non c'era

Regia di Joel Coen vedi scheda film

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La recensione su L'uomo che non c'era

di massimo45
8 stelle

Un noir asciutto, autobiografico, da vedere. Girato a colori fu poi convertito in postproduzione nel 2001 in bianco e nero, ritenuto più efficace per rendere l’atmosfera del “noir”, genere di cui rispetta i canoni classici che vede come protagonista non un poliziotto o un investigatore ma la vittima del fato e di un sistema giudiziario imperfetto.

Ed Crane aiuto barbiere, viene avvicinato da Craighton Tolliver, un truffatore che gli propone di entrare in un affare commerciale creando una catena di negozi di lavaggio a secco qualora mettesse a disposizione un capitale. Ed allora ricatta anonimamente il suo amico Big Dave, amante da tempo di sua moglie Doris, chiedendogli soldi per non denunciarlo pubblicamente come adultero. Dave però viene a conoscenza di chi è il suo anonimo ricattatore e nel corso di una lite con Ed questi per legittima difesa lo uccide.  

La polizia accusa di omicidio Doris la quale, oltre ad esserne l’amante, era anche impiegata nell’emporio di Dave nel quale aveva falsificato con lui i libri contabili. La ruota della giustizia gira lentamente e mentre è in prigione Doris, rimasta in cinta di Dave.

Rimasto solo con i suoi fantasmi, Ed decide aiutare economicamente ad arrivare al successo una giovane pianista dilettante, Birdy, verso la quale da tempo nutriva una innocente ammirazione per un talento in realtà mal riposto. Mentre ritorna in macchina da una audizione fallita, resistendo ad una avance di Birdy che Ed tenta di respingere, avviene un grave incidente stradale

Uscito dal coma viene arrestato accusato dell’omicido di Tolliver che viene trovato in possesso dei documenti dell’affare che aveva proposto ad Ed con i documenti da lui firmati.

Ritroviamo Ed, condannato a morte per un omicidio che in realtà non ha commesso, che termina la sua biografia in attesa dell’esecuzione, senza alcun rimpianto per un disegno della sua vita che non capisce ma sperando di rivedere Doris nell’aldilà.ti

Imperdibile per gli appassionati del "noir", un'ottima regia, una buona scenografia, un ritmo lento ma efficace, una colonna sonora adatta ed una apprezzabile fotografia.

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