Regia di Simon West vedi scheda film
Uno dei problemi principali di Lara Croft: Tomb Raider è forse proprio il fatto che la protagonista sia perfetta. Merito di una Angelina Jolie squisitamente in parte. E soprattutto della sua invincibilità da eroina dei videogiochi. Se da un lato l'incarnazione dell'attrice costituisce il solo e unico vero pregio di questa pellicola, dall'altro l'averla caratterizzata in quel modo si traduce inevitabilmente in un handicap non indifferente e di certo insuperabile per la buona riuscita del film.
Infatti, i personaggi del grande o piccolo schermo, per essere degni di nota, devono necessariamente essere "tragici", profondi, con imperfezioni o conflitti interiori da superare al fine di migliorare se stessi. Si tratta di una regola standard per sperare in un successo. Certo, non è obbligatorio seguirla, tuttavia credo che Tomb Raider sia un valido esempio di quanto accade quando la si infrange.
L'essenza del dramma è il conflitto, interno e/o esterno. Rappresenta gli ostacoli che l'eroe deve superare per poter avere una storia. Si sperava che i cattivi in Tomb Raider riuscissero in tale intento. Purtroppo non si sono affatto dimostrati una reale minaccia all'altezza della situazione. Per ogni scena già eravamo consapevoli, prima ancora che un qualunque scontro avesse inizio, che Lara Croft ne sarebbe uscita non solo vittoriosa ma addirittura illesa. Immancabilmente ciò si verifica tutte le volte. Non un solo fallo. Dunque le battaglie saranno anche visivamente esaltanti, con qualche omaggio non troppo celato alle avventure videoludiche, però la sensazione è quella di una mera perdita di tempo. Mai un momento che il pubblico possa dubitare della indenne vittoria. Nessuno pretendeva una sconfitta per la nostra eroina, ci mancherebbe. Sarebbe stata un'utopia. Semplicemente sarebbe bastato renderla più umana, non lasciandola un angelo sterminatore che annichilisce tutto quanto sul proprio cammino, che può bene funzionare in un gioco per pc, ma che in un film arriva pericolosamente a sfiorare il patetico.
Questa mancanza di conflitto non poteva che privare del tutto l'emozione. E così è stato. Si salva solo un poco, forse, guardandolo nell'ottica della parodia e comicità, anche se bisogna ammettere che la maggior parte delle battute hanno un'ironia che non funziona. E l'inconsistenza della presunta trama non aiuta di certo. Da vedere previa consapevolezza della probabile delusione. Voto: 1,5/5.
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