Regia di Tony Scott vedi scheda film
Spy game parte a razzo, arranca per oltre un'ora e mezza caracollando in un'uggiosa serie di flashback che portano i due protagonisti in Vietnam, a Beirut e a Berlino, per approdare a un finale arzigogolato che non è all'altezza dell'incipit.
1991. L'agente della CIA Tom Bishop (Pitt) si è cacciato in un brutto guaio. Le massime autorità di Hong Kong, scoprendone l'identità di spia, hanno deciso di mandarlo al Creatore entro 24 ore: quelle che il suo mentore Nathan Muir (Redford) ha per gabbare - proprio in occasione del suo ultimo giorno di lavoro - i suoi colleghi e per salvare la pelle al compagno. Spy game parte a razzo, arranca per oltre un'ora e mezza caracollando in un'uggiosa serie di flashback che portano i due protagonisti in Vietnam, a Beirut e a Berlino, per approdare a un finale arzigogolato che non è all'altezza dell'incipit. Redford ce la mette tutta per tenere l'aura del film all'altezza di una sua celebre interpretazione nel ruolo di spia, quella de I tre i giorni del Condor. Ma la scrittura di Michael Frost Beckner, responsabile con Dave Arata anche del copione, lavora per accumulo e il racconto si stempera in una letargica giustapposizione di inutili scene.
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