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Atlantis - L'impero perduto

Regia di Gary Trousdale, Kirk Wise vedi scheda film

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George Smiley

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Atlantis - L'impero perduto

di George Smiley
10 stelle

Nel Dicembre del 2001 uscì questo film mitico per la mia infanzia, un film che amo e che non smetterò mai di amare, un tuffo nei sogni più profondi dell'inconscio, un'avventura fantastica ed emozionante che affonda le sue radici nella leggenda e nella quale i suoi realizzatori hanno saputo infondere meraviglia e senso dell'ignoto.

« Tuo nonno diceva sempre: noi veniamo ricordati per i regali che lasciamo ai nostri figli. »

« Quando hai toccato il fondo, non puoi che risalire. »

In un periodo di vacche magre per quanto riguarda il cinema, dopo un Tarantino minore, un ridicolmente anonimo "Il caso Spotlight" e in generale un'annata per gli Oscar quanto mai patetica, per lenire il senso di delusione sono andato a ripescare uno dei miti principali della mia infanzia, il film di animazione che in assoluto ho rivisto più volte e con più piacere e che da un po' era rimasto in uno scaffale a fare la polvere: stiamo parlando dell'immortale ed epico "Atlantis-L'Impero Perduto", uno dei primi film visti al cinema dal sottoscritto (se non il primo, ma qui la memoria mi inganna). E qua qualche lacrimuccia mi è scesa: quanti bei ricordi legati a quel pomeriggio al Porto Antico di Genova nell'allora chiamato Cineplex, a vedere uno dei film che mi avrebbero più segnato in assoluto. Allora non m'importava certo di cose come il box-office e le recensioni dei critici (e tutto sommato neanche adesso), ma fa un po' strano sapere che un pilastro della tua giovinezza non è stato un grande successo come immaginavi (beata ingenuità) e che ad oggi non sono in molti a ricordarselo. Mi sembra quindi il momento di riscoprire insieme questo bellissimo classico della Disney datato 2001 che, ad onor di cronaca, è riuscito in compenso a diventare un film di culto fra le nuove generazioni e direi anche meritatamente. Innanzitutto la trama.

Washington DC, 1914: Milo Thatch è un giovane linguista e cartografo che si guadagna da vivere come tuttofare all'istituto Smithsonian e con un grande sogno nel cassetto: trovare la leggendaria Atlantide e dimostrarne l'esistenza al mondo, passione trasmessagli da suo nonno (che lo crebbe in seguito alla morte dei genitori) Thaddeus Thatch, ormai passato a miglior vita e a cui era enormemente legato. Deriso per l'ennesima volta dal consiglio di amministrazione dell'istituto per cui lavora, il quale si rifiuta di finanziare una spedizione alla volta di Atlantide, riceve la visita di una donna misteriosa, Helga Sinclair, la quale gli propone di incontrarsi con il suo capo, il miliardario Preston B. Whitmore, il quale in nome di una vecchia scommessa con suo nonno accetta di finanziargli la spedizione, mettendogli a disposizione il meglio del personale e della tecnologia disponibile. Sotto la guida del capitano Rourke e usando come traccia il "Diario del vecchio pastore" ritrovato in Islanda, la spedizione partirà a bordo del sottomarino "Ulysses" per trovare la leggendaria città e scoprire il mistero che cela la sua esistenza agli occhi degli abitanti della superficie...

Diretto da Gary Trousdale e Kirk Wise, il film è uno dei pochi della Disney ad essere girato in formato 70 millimetri anamorfico nonché il primo in assoluto di fantascienza e al tempo della sua uscita è stato il film d'animazione della Disney ad usare più immagini in grafica computerizzata con l'utilizzo anche di una camera virtuale per le riprese più complicate, facendole coesistere con le tecniche di animazione tradizionali. Ispirandosi a filmakers come David Lean, Akira Kurosawa e Steven Spielberg è stato adottato un aspect ratio di 2.35:1 e dal punto di vista estetico sono presenti influenze dai fumetti di Mike Mignola, in particolare nel tratto più spigoloso e meno morbido dei disegni. Marc Okrand, linguista che aveva lavorato per il cinema in precedenza (nella saga di Star Trek), si è occupato della lingua dei nativi di Atlantide utilizzando un insieme di termini indoeuropei e creando una struttura grammaticale apposita. Non presentando canzoni come i suoi coevi, la colonna sonora è stata affidata a James Newton Howard, il quale approcciò il progetto come un film in live-action e decise di utilizzare differenti sonorità per il mondo moderno in superficie e per quello sommerso e antico di Atlantide, dando vita al suo migliore lavoro che contribuisce in maniera determinante al tono complessivo del lungometraggio e alla sua epica riuscita. Questa distinzione tra mondo emerso e mondo sommerso è stata mantenuta anche nel restante comparto sonoro, focalizzando l'attenzione sui suoni meccanici e metallici di inizio '900 per il primo e sul sound "organico" e arcaico di una civiltà scomparsa per il secondo. Il risultato di tutto ciò è sbalorditivo: per la varietà degli scenari, per la suggestione creata dai perfetti e dettagliati disegni, per i marchingegni steampunk che ci vengono presentati, per i colori stupendi e per la magnificenza dell'ambientazione. Si passa con estrema scioltezza dalla veduta industriale dell'America di inizio secolo alle profondità insondabili dell'oceano, dalla sinistra galleria sotterranea che conduce i nostri eroi verso la meta allo splendore naturalistico e incontaminato della città perduta.

Il film si apre con una citazione di Platone per poi introdurre gli eventi con un incipit titanico ed apocalittico in cui ci viene mostrato l'affondamento di Atlantide, in cui il senso di inevitabile tragedia travolge noi e la città sotto forma di un'onda mostruosa scagliata dagli dei per punire l'arroganza degli uomini. Splendida è anche tutta la parte ambientata a bordo del sottomarino Ulysses, prodigio tecnologico in pieno stile retrò che tanto ricorda le macchine immaginate da Jules Verne nei suoi romanzi, ed è proprio a Jules Verne che spesso Atlantis fa riferimento, citando prima "Ventimila leghe sotto i mari" e poi, nella peregrinazione dei protagonisti fra le viscere del pianeta, "Viaggio al centro della Terra", in omaggio a quella fantascienza avventurosa e molto fantasiosa che ha appassionato e continua ad appassionare e a conquistare i sogni di milioni di persone. Ed infine come non elogiare la vista mozzafiato di Atlantide stessa, luogo immaginato e sognato dall'uomo, oggetto di leggende e mito che da sempre accende l'immaginazione dei curiosi? Il lavoro fatto per renderla credibile e al tempo stesso indimenticabile è stato ben ripagato: siamo di fronte ad una vera utopia con elementi architettonici provenienti da epoche diverse, un ecosistema florido che si mantiene vivo e nascosto da millenni.

Pur dovendo sacrificare parecchio materiale per rientrare nei 90 minuti classici (la prima bozza della sceneggiatura aveva 155 pagine, mentre la media per un film di animazione era di 90) si è riuscito a creare dei personaggi caratterizzati in modo intelligente, con un eccellente character design e molto divertenti e simpatici, penso a Milo stesso e all'eccentrico Whitmore, all'equipaggio dell'Ulysses che comprende il cuoco Cookie, il geologo Moliére, il bombarolo Vinny, la centralinista Packard, la meccanica Audrey e il dottor Dolce e ovviamente al malvagio capitano Rourke, alla tenente Helga Sinclair (la quale ci appare per la prima volta sotto le spoglie di un'avvenente femme fatale) e ovviamente alla bellissima Kida, la principessa di Atlantide (una delle figure femminili meno stereotipate della Disney). Toccante e al tempo stesso essenziale il rapporto tra Milo e la figura del nonno, del quale sogna di ripercorrere le orme e a cui è deciso a dedicare l'impresa per riscattarne la figura agli occhi della società ipocrita che lo ha etichettato come un folle.

Ma non è tutto qui. Se da un lato Atlantis assolve al suo compito di film d'avventura con azione martellante, ritmo esaltante e quel tocco di meraviglioso che pochi film sanno dispensare, sul lato educativo è altrettanto riuscito: il messaggio fortemente ecologista è facilmente assimilabile e i bambini potranno cogliere anche l'importanza di distinguere tra giusto e sbagliato e di agire di conseguenza anche se questo significasse andare contro al proprio interesse economico, la necessità di preservare il passato e di difenderlo dai cacciatori di tesori senza scrupoli e, cosa più importante, di credere in sè stessi e nella strada intrapresa e di difenderla con cocciutaggine anche a costo di essere considerati dei folli, perché i nostri sogni e le nostre aspirazioni sono le cose più importanti che abbiamo.

Ma vi è anche un sottotesto ancora più impegnato e certamente destinato al pubblico adulto: Atlantis rappresenta una critica all'avidità umana che in nome del denaro sarebbe pronta a condannare a morte un'intera civiltà come successo in passato e a ignorare il valore di una scoperta scientifica senza precedenti pur di venderla al miglior offerente. In tal senso il fatto che il mondo abbia ignorato l'esistenza di Atlantide per millenni è stata la sua fortuna, in quanto le ha impedito di diventare oggetto del colonialismo europeo e della logica di sopraffazione e sfruttamento insita nel mondo occidentale. In particolare il "Cuore di Atlantide", l'inestimabile fonte di energia che mantiene in vita gli atlantidesi e il loro ecosistema, potrebbe essere visto come metafora dell'energia nucleare, in quanto l'arroganza e la fame di espansionismo degli abitanti stessi della città li ha portati a cercare di utilizzarlo come arma da guerra, arma che si è poi rivoltata contro di loro portandoli alla rovina. In seguito a tutto questo, la fonte di energia è stata nascosta anziché utilizzata con moderazione, causando il lento declino della città. Non è un caso che Rourke voglia vendere tale forma di energia in un'epoca (siamo alle soglie della Prima Guerra Mondiale) in cui gli stati avrebbero fatto a gara per averla (come se adesso fosse diverso), per poi utilizzarla per scopi tutt'altro che pacifici. E non è un caso che siano proprio i "proletari", quelli a cui la vendita di tale scoperta sarebbe servita di più in termini monetari, a ribellarsi contro i capi della spedizione, ad allearsi con il popolo di Atlantide e a sventare i diabolici piani di Rourke e di Helga: in questo vi si può intravedere la rivincita dei deboli che non si piegano alla legge del dio-denaro.

Forse sono stati proprio questo taglio meno infantile e la struttura lontana dai canoni classici disneyani ad impedirne il successo mainstream, ma "Atlantis-L'Impero Perduto" è un film che ho amato tanto e che amo tuttora, un pezzo indelebile della mia infanzia e quindi della mia vita, che merita di essere riscoperto, rivalutato e ricordato, per il semplice fatto di essere uno dei film di animazione più belli ed originali della Disney. E ora chiudo perché mi sta veramente venendo da piangere.

« Caro signor Whitmore, spero che questa testimonianza sia una prova sufficiente per lei. Di certo ha convinto me!

Grazie, da entrambi - Milo Thatch »

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