Regia di Gary Trousdale, Kirk Wise vedi scheda film
Abbandonate le storie romantiche e toccanti di principesse, re e affini, la Disney si lancia nel mondo dell’avventura. L’occasione la fornisce il vecchio ma sempre intrigante mito della città di Atlantide che da Platone in poi non smette di sedurre e verso cui è diretta una spedizione scientifica del 1914. Una spedizione che ricorda quelle dei sempreverdi libri di Jules Verne e che grazie a mezzi assai sofisticati per quei tempi, riesce a raggiungere ciò che resta di Atlantide nascosto tra gli anfratti della crosta terrestre. L’incontro tra le due civiltà rischia di essere rovinato dall’ingordigia di coloro che arrivano dalla superficie, ma l’amore sbocciato tra il linguista Milo e la principessa Kida può essere più forte delle debolezze umane. Già da tempo la Disney mostra di volere in qualche modo affrontare temi per lei inconsueti e stavolta l’impressione è che ci troviamo dinanzi ad un punto di non ritorno. L’avventura diventa padrona assoluta e il continente perduto diventa un paese delle meraviglie dove Alice è sostituita da un timido e occhialuto linguista. A cercare il pelo nell’uovo si potrebbe dire che la storia è leggermente contorta e che in taluni momenti sembra di trovarci di fronte ad un cartone di “Sailor Moon”, ma la fascinazione di Atlantide ci trascina realmente in un mondo di straordinaria fantasia.
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