Regia di Fabio Carpi vedi scheda film
In una presentazione di “Nobel”, l’autore, Fabio Carpi, rievoca il suo secondo film, “Quartetto Basileus”, che diresse nel 1981, per l’affinità dei temi: paternità negata, confronto tra generazioni, rimpianto del tempo perduto, conflitto tra arte e vita. Temi grossi, come si vede, che se nell’81 il regista maneggiava con la misura lieve della giovinezza, oggi invece strabordano in un incessante dialogo “alto” e nella fissità di sequenze appassite e ridondanti. La storia, poi, è ad altissimo rischio: un anziano scrittore svizzero ha vinto il Nobel e decide di andare a Stoccolma a ritirarlo non in aereo, ma con un lungo viaggio in auto attraverso l’Europa in compagnia di un giovane giornalista che lo intervista. Da qui, incontri, lunghe soste e ripetuti viaggi nella memoria. Vi ricorda qualcosa? Magari “Il posto delle fragole” di Ingmar Bergman? Per confrontarsi con il grande maestro svedese non basta essere piccoli maestri svizzeri e neppure filosofeggianti registi italiani.
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