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Past Lives

Regia di Celine Song vedi scheda film

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La recensione su Past Lives

di LAMPUR
6 stelle

Teo Yoo, Greta Lee

Past Lives (2022): Teo Yoo, Greta Lee

Quando i rimorsi e i rimpianti la fanno da padroni. Ecco in disarmante e spietata summa, la storia semibiografica dell’esordiente Celine Song. Due ragazzini dodicenni coreani, compagni di scuola/fidanzatini si separano quando la famiglia di lei si trasferisce in Canada e lui resta a Seoul.
Passano dodici anni nei quali, tuttavia, la promessa e ambiziosa futura scrittrice a caccia di notorietà non vergherà neanche un righino su carta all’amico abbandonato.

Ma internet galeotto li farà incontrare di nuovo, per mano di lei, e per un periodo si contatteranno continuamente fino a che, sempre lei a menare le danze, dirà che è troppo impegnata a caccia di Nobel e Pulitzer per perdere tempo e sonno su Skype. Diamoci un annetto di pausa video, proporrà senza fronzoli, e lui abbozzerà suo malgrado.  

Ne passeranno altri dodici, lei nel frattempo sposa uno scrittore americano, ma col fidanzatino si penseranno costantemente, lui sa che lei è venuta in vacanza a Seoul, che si è sposata, ma tutto nella tipica discrezione orientale cui basta uno struscio inconsapevole di cappotti in strada per rimanere comunque legati a vita (In-Yun).
Ora però lui ha trovato finalmente un volo low cost per New York e vuole rivederla, le scrive una mail e le da appuntamento, e lei lo sa che lui viene per lei. E lo dice pure al marito. Diciamo che sotto sotto è compiaciuta e, perché no, anche intrigata..  In un paio di uscite per New York i due ex fidanzatini si guardano, si sorridono, cercano di capire cosa non è andato e cosa sarebbe potuto essere (forse con la fibra avrebbe potuto funzionare meglio..), si vedono infine anche col marito che sembra non accondiscendere a questi pruriginosi ritorni di fiamma ma esibisce un ammirevole aplomb, vanno a cena tutti e tre e i due x - in coreano senza sottotitoli per il marito lì accanto - ammettono che quel che è stato è stato e magari tra altri dodici anni chissà.. la tenera scena finale, mentre lui aspetta l’uber che lo riporterà all’aeroporto ed in Corea, è mutuata para para dalla celeberrima scena del semaforo de I ponti di Madison County, dove ognuno attende la mossa risolutrice che scalderebbe la sala trepidante, in un tempo che sembra eterno, ma poi per (s)fortuna arriva l’uber, lui parte e lei torna in lacrime dal paziente marito che stavolta l’ha scampata bella.

Dimenticavo: musiche davvero pregevoli, indie rock americano puro.

Ovvio che scommetto su un Past Lives 2. Molto prima di dodici anni.

 

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