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Past Lives

Regia di Celine Song vedi scheda film

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La recensione su Past Lives

di supadany
8 stelle

Il destino è capace di disegnare/imporre traiettorie beffarde, talvolta benevoli in altri casi crudeli. Di fare regali tanto attesi ma anche di chiedere in cambio rinunce pesanti, senza concedere facili e felici compromessi. Di creare delle separazioni irrecuperabili e poi di fornire un’occasione – fosse anche unica, una breccia di breve durata – per alimentare ripensamenti che mettono in difficoltà, creando moti interiori difficili da silenziare/domare.

In ogni caso, solo i più fortunati riescono a incassare l’intero jackpot. Per tutti gli altri, si tratta sempre di fare delle scelte, di guardare avanti cogliendo quanto offerto, ricordandosi al contempo - con una punta di malinconia - di quello che poteva essere ma non è mai concretamente stato.

A dodici anni, Na Young e Hae Sung sono inseparabili, fin quando la famiglia della ragazzina decide di trasferirsi definitivamente a Toronto.

Anni dopo, si ritrovano casualmente tramite i social e rimangono in quotidiano contatto video per un po’ di tempo ma, arrivati a un certo punto, Nora (Greta LeeThe Morning show, Russian doll), il nome occidentale scelto da Na Young, capisce che è arrivata l’ora di prendere una pausa, di dare un taglio netto a un rapporto destinato a rimanere impantanato in un limbo perenne.

Dodici anni dopo, Hae Sung (Teo YooSummer, Vertigo), imbrigliato in una relazione insoddisfacente, torna a farsi vivo, annunciando una vacanza a New York, la città in cui Nora vive felicemente con suo marito Arthur (John MagaroFirst cow, The Umbrella Academy).

Il loro incontro, a tempo determinato, creerà un subbuglio di emozioni che colpirà in modo diverso tutti e tre i protagonisti della vicenda.

 

Greta Lee, Teo Yoo

Past Lives (2022): Greta Lee, Teo Yoo

 

Prodotto dalla A24 e presentato dapprima al Sundance e poi in concorso al Festival di Berlino, Past lives vede l’esordiente Celine Song farsi in tre, tra soggetto, sceneggiatura e regia, attingendo a piene mani dall’esperienza vissuta sulla propria pelle.

Un debutto di sostanza, composto ed espressivo, una pellicola di matrice sentimentale che abbraccia la complessa contemporaneità che stiamo faticosamente attraversando, con le opportunità/sfide/defezioni che la stessa propone incessantemente, distanziandosi contestualmente con nettezza dalla sua rappresentazione preponderante e conclamata per come intende l’amore, ossia tutto fuorché possessivo e comandato dalla logica dell’avere tutto e subito.

Con un taglio editoriale/autoriale che non lascia nemmeno una virgola al caso, denotando maturità e finezza, richiama tanto cinema recente, tra il miscuglio culturale tra Stati Uniti e Corea del Sud (Minari, The farewell), l’impossibilità di coniugare nella loro completezza gli ambiti lavorativi e quelli affettivi (La La Land), l’importanza della memoria (Se mi lasci ti cancello, che nel film fa capolino come visione condivisa), croce e delizia, comunque sia mai trascurabile, con i frammenti più importanti non depennati/smaltiti, bensì accantonati in un cassetto da ritrovare/riaprire nel momento opportuno.

Tenendo i piedi sempre ben piantati per terra, quantunque si intraprenda un viaggio nel ventre di una profonda intimità, evitando con cura di enunciare frasi da cioccolatino, Celine Song concentra le sue attenzioni su tre personaggi chiave (anche se sarebbe meglio dire 2+1 o forse addirittura 1+2), riducendo quasi a zero qualsiasi altra influenza esterna, con un principio attivo che gli consente di comunicare con le espressioni fisiche più di quanto possano riuscire a fare mille - inutili e futili - parole.

Una raffinata congiunzione astrale dal tratto delicato e transitorio, una traversata che definisce coordinate di spazio e tempo ispezionate senza incappare in strappi mortificanti, cospargendole di piccole scosse che intaccano l’umore, tra treni che passano una volta sola e rami spezzati, scorci selezionati ad hoc tra Seoul e soprattutto New York, ricordando quanto sia tremendamente complicato conseguire la realizzazione personale senza lasciare qualcosa per strada, con sguardi che non mentono, al contrario delle azioni che rimangono imbavagliate dalle titubanze, e momenti fatidici destinati a non essere dimenticati, né dai personaggi né dallo spettatore.

Una partitura immediata e garbata, priva di sbavature e di orpelli fuori luogo, che al massimo con la sua postura impeccabile corre il rischio di passare per accademica, nella quale ogni elemento contribuisce attivamente al conseguimento del risultato finale. In tal senso, gli interpreti sono sottoposti a una pressione notevole e danno un valore aggiunto/fondamentale. Se Teo Yoo giostra con un mestiere tipicamente orientale un fiero conglomerato di emozioni e John Magaro è stimabile per come tratteggia un disagio da manifestare ma anche trattenere sul filo dell’ebollizione, svetta Greta Lee che già nella seconda e terza stagione di The Morning show teneva testa a due prime donne quali sono Jennifer Aniston e Reese Witherspoon (nonché un Billy Crudup in stato di grazia e straripante), con lo strazio interiore del suo personaggio espresso con una misurata pertinenza ma anche un’incisività che la collocano di diritto sulla rampa di lancio di una carriera che promette faville.

 

scena

Past Lives (2022): scena

 

In sintesi, Past lives è un film organico e spugnoso, dal precipitato balsamico e spirituale, che intacca/scardina le difese immunitarie, che si affranca dalle sintesi romantiche che vanno per la maggiore, in virtù dell’assenza di risposte di comodo (la collocazione italiana per San Valentino potrebbe (ri)aprire squarci nelle anime più tribolate), lavorando in purezza con pennellate puntuali che gli consentono di accarezzare/raggiungere - in più occasioni - il punto di rugiada, con un capolinea che forse aggiunge qualcosa di troppo ma che risulta parimenti toccante e determinante come pochi altri, tanto che vorresti – scorgere/leggere/vivere/assaporare - un capitolo successivo (vedi Prima dell’alba).

Tra cotte/intese indimenticabili e progetti di vita da portare avanti, razionalità e impulsività, interruzioni e incastri, sogni e fatti concreti, anime gemelle e strade che si separano, molteplici stati/stadi e gradi di separazione/unione, con un diario privato da custodire gelosamente, all’interno del quale ogni singola capsula detiene un significato da non dimenticare.

Aggraziato e intenso, vellutato e magnetico.

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