Regia di Wang Xiaoshuai vedi scheda film
A partire da una vicenda abbastanza semplice, Wang ci racconta la Cina di oggi, a partire da un prologo in cui si vede che il capitalismo è penetrato, mediante colloqui di lavoro e metodi manageriali di conduzione delle aziende, in quello che una volta fu l'impero di Mao. Come fece sessant'anni fa De Sica con "Ladri di biciclette", la trama è il pretesto per farci vedere la coesistenza di una Cina moderna e modernista (i vialoni e i grattacieli del prologo) di fianco ai vicoli polverosi della periferia, tra i quali si aggira un'umanità spesso povera e miserabile, che vive al di sopra dei propri mezzi (il ragazzo che ruba i soldi per la bicicletta; la cameriera che indossa gli abiti della padrona di casa), ormai corrotta dagli status symbol del capitalismo.
Un ragazzino emigra dalla campagna a Pechino per trovare lavoro. Riesce ad entrare in un'agenzia di pony express dove gli danno, come strumento imprescindibile di lavoro, una bicicletta. La bicicletta gli viene rubata e il ragazzo la ritrova in possesso di un coetaneo, cui serve per fare bella figura con una compagna di scuola.
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