Regia di Giovanni Columbu vedi scheda film
C’è qualcosa di nuovo nell’aria, anzi di sardo. Dopo il primo film d’ambientazione borghese (a Nuoro) che cinema italiano ricordi, vale a dire “Un delitto impossibile” di Antonello Grimaldi e prima di “Pesi leggeri” di Enrico Pau (presentato al festival di Viareggio 2001), riesce curiosamente a farsi largo nella difficile situazione distributiva a cui da anni è soggetto il nostro cinema, un’altra opera pensata e realizzata in Sardegna (ancora Nuoro) e diretta da Giovanni Columbu, nativo proprio del capoluogo. Tratto dal romanzo omonimo di Maria Giacobbe, il film si apre e vive in un’aula giudiziaria, dove è imputato un ragazzo di quattordici anni. Parallelamente al dibattimento riemergono ricordi sommersi (gli “arcipelaghi” evocati nel titolo), scomode verità, altri delitti impossibili a cui, forse, sarà difficile rispondere con fredde regole legislative. Columbu crede nel suo film, anche se il taglio è troppo poco cinematografico.
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