Regia di Peter Farrelly, Bobby Farrelly vedi scheda film
E così anche nel nostro corpo umano, secondo l'immaginario scanzonato e scorretto dei fratelli Farrelly, c'è una vera e propria città, con un municipio, collocato ovviamente nel cervello, mezzi di trasporto, abitazioni, televisioni che trasmettono news 24 ore su 24, cinema, autostrade intasate, ambulanze, incendi, uragani o altri tipici fenomeni atmosferici, insomma tutte le comodità e i disagi che si trovano in una comunissima metropoli: la “City of Frank” riproduce alla perfezione, quasi esasperandoli, ma anche parodiandoli, gli schemi frenetici ed esagitati del mondo esterno. Mix di animazione e live action, "Osmosis Jones" è un curioso viaggio nell'anatomia umana, non a caso ispirato a "Viaggio allucinante", incentrato sulla lotta che il globulo bianco Jones e il suo fedele aiutante Drix, pillola medicamentosa, devono sostenere per fronteggiare il virus Thrax, contratto da una scimmia, ed intenzionato a battere il suo record, causando la morte del protagonista, l'impacciato e depresso Frank nel giro di sole 48 ore. Divertente, vivace e spiritoso, spesso brillante nella parte animata, con alcune geniali intuizioni come per esempio i sogni di Frank che costituiscono gli spettacoli cinematografici per gli abitanti del suo corpo, il sindaco corrotto, del tutto disinteressato alla salute di Frank e preoccupato esclusivamente della sua elezione, la coscienza di Frank, sotto forma di una ragazza sensuale, ma anche assai sensibile e perspicace, il film lascia molto a desiderare nella parte recitata, con un Bill Murray decisamente sotto tono ed alle prese esclusivamente con brufoli che scoppiano, vomitate in faccia all'insegnante della figlia, peti rumorosi, cibi grassi e poco salutari, unghie incancrenite secondo un campionario ormai saturo e risaputo che i Farrelly riciclano senza troppa fantasia e originalità fin dagli esordi con "Scemo e più scemo". Meno fastidioso, volgare e idiota rispetto a "Io, me & Irene", non ha il tocco politicamente scorretto e cattivo che aveva fatto la fortuna di "Tutti pazzi per Mary", però resta un simpatico saggio, molto utile soprattutto per gli americani, su come ci si riduce con un certo tipo di alimentazione pesante e grossolana. Tra le voci da ricordare quelle di Laurence Fishburne, William Shatner e Ron Howard. Distribuito senza molta convinzione dalla Warner il film è passato praticamente inosservato nelle sale.
Voto: 6 e mezzo.
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