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L'imprevedibile viaggio di Harold Fry

Regia di Hettie MacDonald vedi scheda film

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La recensione su L'imprevedibile viaggio di Harold Fry

di alan smithee
5 stelle

locandina

L'imprevedibile viaggio di Harold Fry (2023): locandina

AL CINEMA
La vita del pensionato Harold Fry, rattristata da problemi di famiglia risoltisi in veri e propri drammi, subisce uno scossone notevole quando un'altra notizia brutta torna a turbarlo.
Quella inerente a una sua vecchia amica che, ricoverata in una clinica a diverse centinaia di chilometri dalla residenza di Harold, si sta spegnendo, consumata da un tumore.
Nonostante le perplessità di una moglie che lo ritiene ormai indirizzato sul sentiero della demenza senile, Harold, un bel mattino, si reca alla cassetta postale per spedire il messaggio di conforto alla sua amica, ma decide di consegnargliela a mano, intraprendendo un lungo viaggio attraverso il quale è convinto di riuscire a ibernare la condizione di salute dell'amica morente, almeno sino al suo arrivo.
Nel frattempo, l'eco mediatico suscitato dal viaggio del vecchio, assistito in tutti i suoi problemi prima da una donna sola, poi da una serie sempre più numerosa di ammiratori e curiosi, supera la barriera delle curiosità locali e diventa un fenomeno di portata virale, in grado di richiamare un interesse degno dei notiziari nazionali.

Jim Broadbent, Penelope Wilton

L'imprevedibile viaggio di Harold Fry (2023): Jim Broadbent, Penelope Wilton

Ma quel seguito non preventivato serve al mite Harold solo come strumento per incalzarlo a proseguire un viaggio che deve continuare in solitaria, affinché esso non perda la sua vera ragion d'essere, rischiando invece di trasformarsi in un qualcosa di molto diverso dal progetto originale.
Dall'omonimo, famoso romanzo di Rachel Joyce, che si è occupata pure della trasposizione della sceneggiatura, la regista Hettie MacDonald, conosciuta per la prima volta nei '90 con il delicato ed intimista film sulle turbolenze adolescenziali Beautiful Thing (1996), e poi riciclatasi sin troppo in trasposizioni televisive non particolarmente indimenticabili o fondamentali, si avvale di uno script perfetto e di due attori in stato di grazia, al punto da risultare quasi inutile la sua presenza in qualità di responsabile di direzione e regia.
Tutto fila liscio nel migliore dei modi, nel rispetto di una drammaticità che osserva i suoi picchi in modo sapientemente dosato, tra gioie, dolori che riaffiorano alla mente a seguito di disgrazie famigliari che non si possono cancellare, sensi di colpa devastanti ed un orgoglio di fondo che induce a compiere azioni epiche e, fino a poco tempo prima, ritenute impensabili.
Jim Broadbent è ancora una volta superbo, seppur sin troppo uguale a sé stesso in molti altri ruoli recenti, e, affiancato dalla ottima Penelope Wilton nel ruolo di una consorte incerta se essere gelosa o se commiserare un consorte ritenuto fuori di testa, diventa il vero traino di un film che si sviluppa con modalità un po' piacione e d astute lungo i percorsi già calcati a suo tempo da un film nel bene come nel male diventato di culto, ovvero Forrest Gump; con i medesimi problemi di sdolcinatezza profusa senza contegno, ed un buonismo di fondo che, reiterato senza misura, infastidisce non poco.
Con esiti tutto fuorché "imprevedibili".
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