Regia di Stéphan Castang vedi scheda film
FESTIVAL DI CANNES 2023 - SEMAINE DE LA CRITIQUE/ TFF 41 - CRAZIES
Il mite architetto Vincent si accorge di essere al centro di episodi di violenza in cui risulta sempre la valvola di sfogo nonché la vittima di istinti primitivi e violenti di coloro che, improvvisamente e al semplice guardarlo negli occhi, vi si scagliano contro con intenzioni violente, a dir poco animalesche.
Tra l'altro da vittima, l'uomo viene presto scambiato per provocatore, violento, ambiguo, riuscendo ad innescare ire recondite in bambini giudicati innocui.
Fuggirà, riuscendo a comprendere almeno in parte la dinamica di quello che potrebbe essere un virus contagioso, trovando alleati nascosti che soffrono dello stesso disagio, e mezzi od espedienti per riuscire a sopravvivere da soli, con un cane indispensabile per la prevenzione del sintomo che inspiegabilmente quelli come lui provocano sul resto di una umanità pervasa da istinti incontrollati.
E pure l'amore di una tosta cameriera di fast food, contagiata pure lei, ma disposta a credere alle incredibili verità che il buon Vincent le condividerà.
L'opera prima di Stéphan Castang è un horror galvanizzante e riuscito, entro cui la paura di essere al centro di reazioni spropositate e fuori luogo alimenta quel senso di colpa che spesso caratterizza la reazione dei miti e degli onesti, sempre pronti a rimettersi in discussione.
Nel film, pervaso da una sorta di angoscia da contaminazione ed incubo, di senso della catastrofe imminente e senza soluzione, spicca il valido, anzi indispensabile apporto del bravo protagonista Karim Leklou, davvero ottimo, coadiuvato dalla sempre tosta ed energica Vimala Pons, abbonata e perfetta in questi ruoli da donna tosta ed intransigente.
Il valido horror pasticcia un po' nel finale che non riesce a trovare una soluzione netta, ma rimane un ottimo esordio nel cinema di genere e un altro esempio della validità e buona salute del cinema francofono.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta