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Anatomia di una caduta

Regia di Justine Triet vedi scheda film

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La recensione su Anatomia di una caduta

di Oss
6 stelle

Si intitola Anatomia di una caduta, ma potrebbe essere stato anche Anatomia di un matrimonio, o Anatomia di un processo.
Davvero tanta, tanta carne al fuoco. Film che avrebbe bisogno almeno di una seconda visione per essere sviscerato. Ma due ore a mezza, per me, sono davvero troppe. Non tutto è riuscito. Certamente ottima la parte sul matrimonio. Forzata la parte processuale. Strumentale e poco convincente la parte della caduta. Cosa è riuscito? Il flashback sul crudele litigio tra i due coniugi. La dissezione del carattere egocentrico, narcisista, buguardo e manipolatore della protagonista. Cosa non funziona, e perché? La caduta: poco credibile l'ipotesi del suicidio ma anche quella dell'omicidio. Inconsistenti le indagini sulle cause dell'evento. Pubblico ministero troppo aggressivo e caricaturale. Processo concluso in modo teatrale e poco credibile.
Alla fine sono rimasto con l'amara sensazione di essere stato manipolato da tutti: non solo dall'odiosa protagonista (che mente sempre e poi ritratta quando viene scoperta, confessa di avere detto solo una bugia per coprirne un'altra, di avere tradito il marito due volte ma con una sola donna), ma anche dal marito (litiga solo per sfogare la sua frustrazione o anche per recitare?) e sì, anche dal figlio (tutti a concentrarsi sul suo personale incidente probatorio dimenticandosi il primo incidente probatorio con la musica a tutto volume).
E anche, e soprattutto, dalla regista! Trovo antipatica questa autoreferenzialità degli intellettuali che descrivono il loro mondo, distante anni luce da quello della gente normale. Stavolta abbiamo non uno ma dico due scrittori! Poi sia il blocco dello scrittore che il plagio dell'opera altrui sono due temi estremamente abusati nei film. A questo proposito due titoli mi vengono in mente così su due piedi: Inexorable, che condivide con questo film l'assegnare al cane di casa un ruolo non trascurabile (eh sì, i tempi cambiano, la cultura si fa ambientalista e woke!) e Black butterfly, che condivide con questo l'autoesilio in un eremo lontano da tutto e da tutti. Ecco, questo è un altro particolare che considero poco credibile in questa storia di disprezzi suprusi e inganni famigliari portati al punto di non ritorno.

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