Regia di Luc Besson vedi scheda film
Il nome di Luc Besson, come quello di di certi attori/registi che hanno la reputazione macchiata, a parecchia gente causa itterizia, ma un po' perché in campo cinematografico una possibilità non si nega a nessuno, e un po' perché la sete di conoscenza non conosce pudore, vale la pena di dare un'occhiata a questa pellicola. Per poi scoprire che questo film appare come un atto di dolore, di contrizione, l'espiazione per i peccati così puntualmente evidenziati dalla critica nel corso di tutti questi anni. Niente ammiccamenti, niente teenager provocanti, niente glamour, niente hype, niente smargiassate, la pellicola si rivela essere sostanzialmente una favola metropolitana, pacata e misurata, nella quale si evita accuratamente di approfittare dei momenti nella vicenda nei quali sarebbe stato facile colpire il pubblico. Assolto dalle accuse di molestie sessuali, la Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia si è dimostrata coraggiosa invitando il film alla rassegna, ma nonostante il grande successo ottenuto, non si è dimostrata altrettanto coraggiosa al momento di distribuire i premi, dato che buona parte della stampa specializzata riteneva che almeno la Coppa Volpi sarebbe finita all'attore protagonista, Caleb Landry Jones. Riassumendo: scuse accettate, buon film, alcuni passaggi ottimi, valori, morale e buoni sentimenti. Unico ingrediente che suona stonato è quello mistico-religioso, di quello si poteva fare tranquillamente a meno. Il finale lo giudichi lo spettatore.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta