Regia di Luc Besson vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 80 - CONCORSO
In camioncino guidato da uno stravagante tipo vestito da drag queen, paralizzato dalla vita in giù e colmo di cani, viene fermato dalla polizia mentre guida all'impazzata diretto chissà dove.
In carcere, tenuto conto della difficoltà a recepire il genere sessuale a cui l'individuo può essere catalogato, si decide di fare intervenire una psicologa, che riesce, poco per volta, a stabilire un profittevole contatto empatico con il detenuto, venendo a conoscenza del tragico passato che ha caratterizzato dapprima l'infanzia alla mercé di un padre ed un fratello maggiore sadici e crudeli, e poi una maturità all'insegna dell'amore per lo spettacolo, oltre che per i cani, che il ragazzo ha radunato in un canile super organizzato, assicurando ai trovatelli una esistenza serena e più che dignitosa.
Non è la prima volta, né sarà probabilmente l'ultima, in cui a Luc Besson piace strafare ed esagerare.
Stavolta i cani più belli ed intelligenti del mondo si alleano all'uomo più sfortunato al mondo e combattono i cattivi più cattivi al mondo.
L'operazione in atto segue la seguente astuta formula: cani a cui manca solo la parola + drag queen dal cuore d'oro - cattivi da manuale.
Si può resistere a questa somma algebrica?
Per Besson forse no, ma a ben guardare forse anche si.
Strafare e gigioneggiare lavorando su un personaggio simil-Joker avvalendosi di uno straordinario interprete quale è Caleb Laundry-Jones è una furbata azzeccata almeno a livello teorico.
D'altro canto le strategie di conquista del pubblico caratterizzano i colpi grossi di Besson come da ormai quasi trent'anni, a partire dal sin troppo sopravvalutato e manieratissimo Leon.
La presa emotiva sul personaggio è davvero accattivante: una drag queen che canta Piaf e Marlene e si circonda di cani brillanti come nei film della Disney, di amiche drag buone come il sole e combatte nemici cattivissimi per principio è una furbata che acchiappa quasi tutti. Quasi però...
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