Regia di Alan Taylor vedi scheda film
Cosa sarebbe successo se Napoleone fosse riuscito a fuggire anche da Sant’Elena e fosse tornato in Francia per riconquistare il trono? Probabilmente niente, suggeriscono il romanzo “The Death of Napoleon” di Simon Leys e il film a esso ispirato, “I vestiti nuovi dell’imperatore” di Alan Taylor. Sarebbe sbarcato, mentre un sosia ricopriva il suo ruolo in esilio per ingannare gli inglesi, si sarebbe arrangiato in panni borghesi e, alla fine, tale sarebbe rimasto, accanto a una donna affettuosa e a un figlio acquisito. Il progetto era curioso: un doppio Ian Holm (che già interpretò la parte dell’imperatore in “I banditi del tempo” di Gilliam) che, da una parte deve piegare il temperamento e le aspirazioni di Napoleone alla nuova vita, mentre dall’altra fa crescere con guizzi improvvisi di autorità il poveraccio che ha preso il suo posto. Il grottesco e la follia sono a un passo; e vengono anche sfiorati in certi momenti, senza che però mai riescano a impossessarsi veramente di una storia che resta in superficie, opaco omaggio ai sentimenti che contano e ai piccoli piaceri della vita borghese. La cosa migliore del film è l’interpretazione di Ian Holm; ma la regia e la sceneggiatura non sono alla sua altezza.
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