Regia di Alan Taylor vedi scheda film
Come tutti sanno (Manzoni docet), Napoleone Bonaparte, Imperatore dei Francesi, morì all'alba del 5 maggio 1821 sull'Isola di S.Elena, possedimento inglese nel mezzo dell'Oceano Atlantico dove era stato esiliato qualche anno prima dagli Inglesi vittoriosi. Ma è proprio andata così?
Questo è il curioso spunto da cui si dipana la storia (immaginaria... o forse no?) narrata con disinvoltura ne "I vestiti nuovi dell'Imperatore", misconosciuto e sottovalutato titolo della scorsa stagione.
Napoleone, che già era fuggito dall'Isola d'Elba, dove era stato esiliato la prima volta, decide di fuggire anche dalla dorata prigionia di S.Elena, facendosi all'uopo sostituire da un sosia. Tuttavia, qualcosa va storto: il vero Napoleone non risce a farsi credere da nessuno (rischierà anche di finire nel manicomio di Parigi, pieno di schizofrenici che si credono Napoleone!), mentre il falso, una volta conquistati tutti gli agi che si confanno ad un Imperatore, seppur in esilio, non ammetterà mai di essere un semplice impostore.
Il regista, aiutato da un grande Ian Holm, probabilmente il miglior attore inglese vivente, da musiche affascinanti e da una fotografia sempre all'altezza, dirige un bel film, a tratti comico e perfino grottesco, dove quello che ci hanno insegnato a scuola viene pian piano smontato da una serie di situazioni del tutto credibili: esiste, infatti, una corrente minoritaria di storici sostenitori proprio di questa tesi, che vorrebbe il gigantesco mausoleo di Napoleone all'interno dei Les Invalides occupato in realtà da un usurpatore.
Alcuni momenti sono assolutamente esilaranti, come quando Napoleone, in viaggio per Parigi, passa per Waterloo e verifica di persona come gli indigeni abbiano trasformato ogni cosa in senso commerciale al fine di attirare i turisti.
Ma il momento in cui mi sono venuti i brividi è la battuta finale: che non svelo, ovviamente, ma che, seppur di poche parole, è intrisa della personalità magnetica di uno dei più grandi personaggi della Storia.
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