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C'è ancora domani

Regia di Paola Cortellesi vedi scheda film

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La recensione su C'è ancora domani

di daveper
8 stelle

Il cuore pulsante del film è la lotta di Delia per un futuro migliore, non solo per sé ma anche per la sua famiglia. In una città ancora in fase di ricostruzione, Delia trova il coraggio di sfidare le aspettative e le convenzioni sociali. Paola Cortellesi sottolinea come il suo intento fosse quello di fare un film che, sebbene ambientato nel passato, risuonasse fortemente con il pubblico odierno. La scelta di ambientare la storia nella seconda metà degli anni '40 permette di esplorare le dinamiche familiari e sociali dell'epoca, ma il vero obiettivo è quello di riflettere su tematiche che restano attuali. La regia è caratterizzata da un approccio empatico e attento, che valorizza le esperienze umane e le storie personali. Uno dei temi centrali del film è la distorsione dell'amore, che viene trasformato in possesso e controllo. Questo è incarnato nel personaggio di Ivano, che vede la moglie Delia non come una compagna, ma come una proprietà. La dinamica tra Ivano e Delia riflette una mentalità che, nonostante i progressi in termini di diritti e tutele, persiste ancora oggi in molte relazioni. Attraverso il viaggio di Delia verso l'autodeterminazione, Cortellesi mette in luce la necessità di un cambiamento più profondo nella società, che vada oltre le leggi e le normative, toccando le radici culturali e psicologiche della disuguaglianza di genere. 

La Roma del film è una città in fermento, dove il cambiamento è palpabile e la speranza di un domani migliore è una forza motrice potente. Roma, con la sua storia ricca e complessa, diventa il palcoscenico ideale per questa narrazione. La città, con i suoi quartieri variegati e le sue dinamiche sociali, offre un contesto vibrante e realistico in cui si svolge la storia di Delia. La scelta del bianco e nero non solo conferisce un'atmosfera nostalgica, ma sottolinea anche i contrasti e le sfumature della vita nella Roma del dopoguerra. 

La (neo)regista utilizza il linguaggio della commedia per parlare di temi complessi e profondi. Questo approccio permette di introdurre argomenti difficili con una leggerezza che favorisce l'immedesimazione del pubblico. L'umorismo diventa così uno strumento potente per coinvolgere gli spettatori e farli riflettere senza dover ricorrere a toni drammatici o conflittuali. L'intento è quello di promuovere un dialogo inclusivo e costruttivo, in cui sia uomini che donne possano riconoscersi e riflettere insieme sulle dinamiche di genere.

 

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