Regia di Paola Cortellesi vedi scheda film
Pregevole esordio alla regia della talentuosa Cortellesi. È una storia di emancipazione femminile ambientata nell'immediato dopoguerra. Lo stile filmico è quello neorealista, forse un po' troppo esibito ma coerente con il periodo storico rappresentato e perfettamente funzionale alla narrazione di una volontà di cambiamento, di riscatto sociale da una condizione di oppressione. Frequenti sono inoltre le digressioni dai canoni del genere quali, ad esempio, le violenze 'danzate' che, se da un lato appaiono un po' forzate, dall'altro sono perfette allegorie delle ipocrisie sociali che accreditano un mondo immaginario per mascherare le atrocità del reale. Con una espressività semplice, ma non banale, l'emotività dello spettatore viene guidata nella percezione della ferocia con cui una intera classe sociale viene disumanizzata perché un'altra possa sfruttarla senza nessuna remora etica. Un film certo non perfetto ma quanto mai utile in un'epoca in cui l' oscurantismo cerca di abbattere ogni conquista sociale. Le prove attoriali sono di assoluto rilievo, sostenute da una sceneggiatura convincente. Un particolare apprezzamento merita la Cortellesi anche per la recitazione appassionata e appassionante.
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