Regia di Paola Cortellesi vedi scheda film
Tanto di cappello alla brava Cortellesi per aver riportato al cinema chi non si ricordava più neanche come fossero fatti, e con un film sincero, potente ed a tratti commovente
Ammetto di essere stato sempre un pò scettico davanti ai successi inaspettati al botteghino, frutto soprattutto del passaparola. Ma indubbiamente va dato atto a Paola Cortellesi (ottima attrice, per inciso, che già seguivo "secoli fa" ai tempi dei suoi inserti comici con la Gialappa's Band) di aver diretto e interpretato un film potente, uno spaccato di una condizione femminile che sembra passato remoto ma in realtà, spesso, è ancora presente prossimo (e futuro..). E di averlo fatto con una dimestichezza da regista consumata, un pò come il passaggio del grande Eastwood dietro la macchina da presa, con un'ottima scelta dei tempi, dei modi e delle musiche (tra tutte la splendida "La sera dei miracoli" di Lucio Dalla che sembra cucita addosso alla Roma del dopoguerra con questa gran voglia di ripartire). Sembra a tratti di rivedere la Loren di "Una giornata particolare", che però lì nella sua "sudditanza" era solo uno dei tanti aspetti che il film affrontava, mentre in "C'è ancora domani" è il fulcro di una storia dove la crisalide non riesce fino in fondo a diventare farfalla per poter volare via. E se anche il finale appare un pò dissonante (ma solo fino ad un certo punto..) con il resto di una storia molto intimista, tanto di cappello per quello che probabilmente diventerà uno dei film italiani più visti di sempre, e soprattutto per aver riportato al cinema anche chi era ormai comodamente adagiato davanti alle serie da divano, senza dover "vincere facile" con la comicità da cinepanettoni o le pur divertenti zalonate.
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