Regia di Paola Cortellesi vedi scheda film
Eccellente esordio alla regia di Paola Cortellesi. Film originale e sorprendente. Diverte, fa pensare e commuove.
Nell’incipit del film, una donna, Delia si sveglia, si gira e dopo aver dato il buongiorno al marito Ivano, si becca un bel ceffone in pieno viso, trattasi solo di un antipasto ,di tutte le botte che prenderà in seguito. Paola Cortellesi attrice di indubbio talento, esordisce alla regia e fa subito il botto. Comincia con un formato 4/3, con le musiche d'epoca e fotografia in bianco e nero, dipingendo un bell’affresco della Roma nell’immediato dopoguerra, con accurate scenografie, per poi tornare, dopo le prime sequenze, al consueto 16/9. Delia interpretata magistralmente dalla suddetta, è una cinquantenne, moglie, madre, donna delle pulizie, operaia in fabbrichetta di ombrelli, dove il suo capo dà una paga più alta ad un collega appena assunto e del tutto incompetente “perché è ‘n’omo”, va a fare le siringhe a domicilio, vittima come tante allora e ancora oggi, di un marito-padrone, che la picchia selvaggiamente senza motivo, causa fantomatiche mancanze. Ha tre figli: Marcella adolescente e gli altri due piccoli che dormono entrambi nello stesso letto; abita in uno squallidissimo seminterrato, che trasuda polvere e miseria, costretta anche a fare da badante all’odioso e sgradevole suocero Ottorino, allettato da tempo. Delia dimessa e sottomessa, una delle tante donne invisibili, non considerate, umiliate e sistematicamente maltrattate; la sua vita è una corsa a vuoto, tra affanni, frustrazioni e gratuiti pestaggi, nemmeno la figlia ne ha compassione,” non ti vergogni a farti trattare così” In un momento di confidenza dice Ottorino al figlio: “non devi picchiare Delia di continuo se no si abitua, bensì di tanto in tanto, ma molto più forte, come io facevo con tua madre” Delia restituisce una foto smarrita a un militare americano, che per questo le diventa amico e alleato, intravede frettolosamente un affettuoso meccanico, con il quale una vecchia storia d’amore è rimasta “sospesa”” C’è ancora domani” è un film piacevolmente spiazzante, drammatico, ma a tratti perfino comico e comunque sorprendente. Paola Cortellesi da vita ad un personaggio memorabile, mostrando abilità nel tenere insieme sentimenti antitetici, dalla rabbia per le violenze e l'ingiustizia secolare di trattamento subito da intere generazioni di donne, all'umorismo raffinato e dissacrante: esilarante l’escalation di epiteti offensivi rivolti alla salma durante la veglia funebre e la presenza di una vecchina che nessuno sa chi è, però sta lì e piange ininterrottamente. Le donne che Paola Cortellesi mette in scena sono diverse e tutte ben caratterizzate: la figlia innamorata Marcella, prossima al matrimonio con un ragazzo “altolocato” figlio del proprietario di una pasticceria, che però mostra gli stessi atteggiamenti morbosi che aveva il marito e dunque fa rizzare le antenne alla nostra, non ha potuto studiare, in quanto è un lusso riservato ai fratelli maschi. Poi c’è l’amica fidata che lavora al mercato, la portinaia ficcanaso e le donne del rione: quelle pettegole e litigiose, ma anche quelle solidali, che fremono mentre Ivano “punisce” la consorte. Film minuzioso nel restituire fotografie e umori dell’epoca. Paola Cortellesi miscela sapientemente dramma e commedia, dolore e riscatto. I movimenti di macchina sono fluidi o febbrili a seconda degli stati d’animo della protagonista. La tensione emotiva sfocia quasi sempre nell’ironia o nel riso amaro; originale e straniante la sequenza in cui le violenze domestiche si trasfigurano in un balletto da musical-horror. Il finale è assolutamente imprevedibile e indimenticabile
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