Regia di Paola Cortellesi vedi scheda film
Paradossalmente, a film terminato, ho avvertito il peso dei fin troppi disinneschi a salvaguardare dalla storia il potentissimo segnale finale, fulcro della pellicola.
Il film si fa vedere, sia chiaro, un affresco purtroppo reale di patriarcato becero e ancora tristemente vegeto, dove comunque ogni ceto femminile paga pegno a suo modo, e nonostante la messaggistica sia ancora acerba e stereotipata, tantissimi i segnali di freschezza e iniziativa; la Cortellesi, costantemente in scena, ci offre un’opera prima capace di imbrigliare e sedurre, coinvolgendo con la scelta del bianco e nero, di un mix di musiche, d’epoche e moderne, a creare ritmo e atmosfera, una scenografia frizzante che non teme neanche i campi lunghi.
Mastandrea purtroppo diventa un po’ macchietta e tante scelte sottolineate, modello spiegone, pagano probabilmente il timore del troppo azzardo, ma rimane una prima prova superata alla grande, e se poi la Cortellesi piace (ed è il mio caso) si perdona anche qualche ingenuità..
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