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C'è ancora domani

Regia di Paola Cortellesi vedi scheda film

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La recensione su C'è ancora domani

di diomede917
8 stelle

CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: C’E’ ANCORA DOMANI

Cara Paola Cortellesi, mi hai sorpreso.

E non parlo solamente di qualità artistiche (sei una bravissima attrice e nessuno obietta e l’esordio alla regia bello, fermo, deciso di chi sa quello che vuole. Questo denota che hai avuto dei grandissimi maestri e sei arrivata a fare questo passo nel momento giusto).

Mi hai sorpreso per come hai voluto raccontare questa storia, la chiave di lettura che mescola le basi del neorealismo ma al tempo stesso il tuo C’è ancora domani non vuole essere un omaggio ai grandi registi del passato come Dino Risi o Ettore Scola. Il tuo C’è ancora domani è un film di Paola Cortellesi al 100%.

Apri il con un 4:3 e un bianco e nero che può ricordare il “Biglietto Amaro” di Garpelli by Aldo, Giovanni e Giacomo. Quasi una sorta di parodia. Siamo nel 1946, l’Italia deve decidere del proprio futuro dopo una durissima Seconda guerra mondiale e soprattutto dopo la liberazione dal Nazifascimo. Delia e Ivano sono una delle tante coppie che tirano la cinghia per campare, vivono in un seminterrato con 3 figli e il padre di lui allettato a modo suo e la mattina quando si svegliano la prima cosa per Delia è dire Buongiorno e per Ivano tirarle uno sganassone forte. In sottofondo “Aprite le finestre” che fa tanto “Telefoni Bianchi”.

Solo dopo questo bel quadretto familiare che appare la scritta C’è ancora domani e il film si prende tutto lo schermo intero. La cinepresa segue Delia per tutto il suo percorso nella giornata con la colonna sonora di Calvin di Joe Spencer Blues Explosion.

Cara Paola, mi fai apparire il tuo personaggio come una Jackie Brown di Quentin Tarantino. Il suo mondo è popolato da una figlia maggiore che vorrebbe studiare per potersi realizzare, da un marito che la mena non perché è cattivo ma perché è nervoso dopo aver fatto due guerre, un suocero che le rimprovera di non essere una cugina e quindi non degna di essere una brava donna che sta al suo posto, c’è Nino il meccanico l’amore di quella gioventù che non c’è più e soprattutto c’è Marisa (una Emanuela Fanelli da premio) l’amica del banco frutta depositaria di segreti.

C’è ancora domani è il film che Paola Cortellesi dedica alle donne che non hanno voce in capitolo e che la vorrebbero come diritto acquisito.

E non fatevi fuorviare. Non parla solo di una donna umile come Delia. Anche le mogli dei notai non posso parlare di politica, anche le consuocere arricchite non possono avere voce un’opinione o un pensiero nonostante la finta spocchia, neanche le donne che gestiscono da sole una merceria possono essere credibili.

Cara Paola, sei stata molto brava a farti portavoce con una storia schietta, drammatica e divertente al tempo stesso.

Hai rappresentato le violenze domestiche con una delicatezza e un senso di metafora incredibili. Una danza alla La La Land sotto le note di Nessuno di Mina. Ma contemporaneamente quanto fa paura quella finestra chiusa da Valerio Mastandrea (a proposito ma come hai fatto a trasformarlo in un personaggio così squallido e cattivo? Non c’era riuscito nemmeno Ozpeteck nel Giorno perfetto).

Ma soprattutto quanto Cinema con la C ci hai messo nel finale interpretando a modo tuo “A bocca chiusa” di Daniele Silvestri.

L’unica cosa che mi sento di scrivere per chiudere adeguatamente la mia recensione è

“È la notte dei miracoli fai attenzione
Paola Cortellesi nei vicoli di Roma
Ha fatto un gran filmone”

Voto 8

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