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Priscilla

Regia di Sofia Coppola vedi scheda film

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La recensione su Priscilla

di Furetto60
5 stelle

La tormentata storia d’amore tra Elvis Presley e Priscilla Beaulieu. Trae spunto dalla sua autobiografia. Così, così

Si narra qui la tormentata storia d’amore tra Elvis Presley e Priscilla, raccontata dal punto di vista di lei. Dal giorno in cui quattordicenne incontra il già celeberrimo artista ad una festa, fino alla convivenza “relativamente” casta, per volontà di lui: sesso sì, ma senza deflorazione, poi il matrimonio e infine la separazione. Sofia Coppola racconta la sua versione di Priscilla Beaulieu, traendo spunto dall’autobiografia dell’attrice. Sul piano estetico e formale, l’operazione riesce, i costumi e le scenografie sono realizzati con perizia, ma è su quello dei contenuti, che la resa non è altrettanto efficace. Il film è lento e noioso e non aggiunge niente di nuovo a ciò che già si sa. Elvis, attore mediocre, ma uomo di spettacolo carismatico, nonché una delle voci più interessanti degli ultimi 70 anni, era un donnaiolo impenitente, consumatore seriale di psicofarmaci di ogni tipo e soprattutto egocentrico manipolatore: aveva trasformato la fidanzata in una bambola-giocattolo, che si divertiva a truccare e vestire a suo piacimento, seguendo i capricci del momento. Priscilla lo aveva conosciuto quando era ragazzina, dunque facilmente influenzabile, si era trovata accanto ad un “mostro sacro”, idolatrato da migliaia di fan adoranti; abbacinata da tanto pirotecnico fulgore, stava suo malgrado al gioco, completamente plagiata e soggiogata; ovviamente alla distanza il meccanismo “perverso” finì con l’incepparsi e lei dopo qualche anno rivendicò il diritto a vivere la sua vita e riprendersi la sua libertà. Naturalmente noi non conosceremo mai le autentiche dinamiche interne alla sfera privata dei due protagonisti, come spesso accade alle storie biografiche. Una cosa però è sicura, prima di passare a miglior vita la figlia di Elvis, Lisa Marie, aveva espresso tutto il suo disappunto, nei confronti di questo prodotto cinematografico, di cui aveva letto la sceneggiatura e che aveva trovato profondamente offensivo e lesivo della memoria del padre, la cui figura nel film effettivamente ne esce malissimo. Presley appare come un tiranno maschilista , incline all’adulterio, dal carattere irascibile e infantile, circondato da una grottesca “corte dei miracoli” che lo asseconda nelle sue paturnie; per qualche tempo appassionato alle discipline orientali, ma quando il Colonello Parker lo redarguisce, brucia tutti i testi relativi a queste scuole di pensiero; peraltro la controversa figura del fantomatico colonnello resta sullo sfondo, malgrado l’enorme e incomprensibile peso  che ebbe sulla vita di Elvis. L’iconico cantante, soprannominato il “re del rock and roll” aveva preteso che la moglie si dedicasse e occupasse unicamente di lui a tempo pieno, insomma il ritratto che emerge non è molto lusinghiero. Non si sentono i suoi pezzi, forse per questioni di copyright, tuttavia le musiche sono note e orecchiabili. La protagonista femminile è brava e credibile, meno il suo partner maschile. Leggo commenti positivi in merito a questo lavoro, non condivido ma ovviamente rispetto.

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