Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
CIAK MI GIRANO LE CRITICHE DI DIOMEDE917: PRISCILLA
Ma quanto è diventata brava Sofia Coppola, una signora regista che film dopo film riesce sempre a raccontare la sua poetica attraverso figure femminili controverse e contrastanti.
Priscilla contiene il suo percorso autorale. La sua protagonista convoglia in sé il dolore delle giovani vergini suicide, l’incomunicabilità e l’isolamento di chi si “Perde in una Traduzione”, una vita all’eccesso e allo sfarzo di chi è la giovane regina di colui che è soprannominato “The King” fino alla consapevolezza del gesto estremo pur di non farsi stritolare dagli effetti e “Gli Inganni” di un amore tossico.
Tratto dal romanzo autobiografico “Elvis and me”, Priscilla racconta di quei 14 anni che hanno “Costretto” una bambina a crescere velocemente diventando non una donna qualsiasi, ma la donna dell’uomo più potente e desiderato del momento il cui mito è ancora vivo oltre la sua morte improvvisa (ma non tanto).
Sofia Coppola racconta questo periodo in modo parecchio minimalista che contrasta in maniera importante il roboante e kitsch rovescio della medaglia rappresentato dall’Elvis di Baz Luhrmann, la colonna sonora è scelta accuratamente per raccontare le varie fasi di questo rapporto altalenante e tormentato.
La scelta di aprire il film con Baby, I love you dei Ramones (quasi a rappresentare la purezza di questa bambina che fa ancora la prima superiore ma che riesce a perforare il cuore del 24enne Elvis Presley in servizio militare in Germania) e soprattutto di chiuderlo con la versione originale di I Will Always love you cantata da Dolly Parton (la prima donna che ha detto no al Colonnello Parker di cedere la metà dei diritti pur di cantarla con il “Re” e soprattutto la canzone che Elvis cantò per rappresentare il suo dolore dopo il divorzio con Priscilla) è la prova provata della Laurea con lode di Sofia Coppola.
Un finale secco che non lascia speranza ad un futuro per entrambi i protagonisti.
Sofia Coppola sceglie di raccontare questo amore tossico non attraverso le regole del classico Biopic ma attraverso una specie di favola gotica, una discesa agli inferi che può essere simile a tante storie d’amore attuali.
Elvis è quella figura debole e ingombrante che eclissa la sua dolce Donna-Bambina. La sceglie apposta proprio per contrastare il mondo peccaminoso e lussurioso che la circonda.
Ne tiene a freno la libido decidendo come e quando lui potrà fare l’amore con lei, proibizioni che continueranno anche dopo la nascita della loro bambina (quasi a voler dare un ruolo solamente procreativo alla donna). Priscilla deve vivere in una gabbia dorata (un po’ come il suo piccolo barboncino) nascosta dalle fan e silente dalle scappatelle in prima pagina con Ann Margaret e Nancy Sinatra.
Sofia Coppola per evidenziare ed accentuare questa distanza sia anagrafica che culturale sceglie due attori con una fisicità che descrive al meglio questo tipo di rapporto.
La lillipuziana Cailee Spaeny (vincitrice della Coppa Volpi quest’anno a Venezia per questa intensa interpretazione) e l’altissimo Jacob Elordi, l’amore tra un gigante e una bambina che dietro il suo aspetto languido e sexy in realtà è un orco.
Un orco che la introduce nel suo mondo fatto di droghe, di scatti violenti e improvvisi che si trasformano nei classici “Ti chiedo scusa, baby” tanto di moda anche adesso nelle relazioni tossiche che ci circondano quotidianamente.
Con Priscilla, Sofia Coppola invita a tutte le vittime di dipendenze affettive ad avere il coraggio di prendere una macchina e d fuggire via per sempre da quell’amore che comunque “Si amerà per sempre” al punto tale da non risposarsi più.
E che nonostante rimarrà il tuo “Re”, finirà, resterà e morirà come un “Re Solo”. Ma questa è un’altra storia che non verrà raccontata in questo film.
Voto 7,5
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta