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Mon crime - La colpevole sono io

Regia di François Ozon vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Mon crime - La colpevole sono io

di obyone
8 stelle

 

Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder, Isabelle Huppert

Mon crime - La colpevole sono io (2023): Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder, Isabelle Huppert

 

Parigi, 1934. In un teatro della città passa "Amore che redime", regia di Billy Wilder e Alexander Esway. Per due giovani spiantate è l'occasione di rilassarsi dopo un pomeriggio passato a parare i colpi bassi del destino. Mentre sognano una vita avventurosa, come quella della giovanissima Danielle Darrieux, le due ragazze dimenticano per un po' le avversità di un burrascoso presente. Poche ore prima la bionda Madaleine schivava le viscide attenzioni di un produttore, che l'aveva invitata nella sua lussuosa dimora per un provino, mentre all'astuto avvocato Pauline Mauléon toccava di respingere le pressanti richieste del padrone di casa che vantava parecchi mesi di affitto arretrato. In più s'era messa di mezzo la polizia a turbare quell'inizio di serata. L'ispettore Brun stava indagando sulla morte di quel sozzo di produttore a cui qualcuno aveva sparato dopo l'appuntamento con la giovane attrice, ora sospettata dell'omicidio. Non poteva andar peggio: un'attrice virtuosa e senza ingaggi ed un'avvocato senza clienti e senza foro. Nel buio della sala, sull'orlo dello sfratto e povere in canna, le due donne sfidavano le dure leggi della vita sorridendo e sobbalzando sulla propria poltroncina, ignare che il fato aveva pensato per loro una vita da film per i'indomani.

 

Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder

Mon crime - La colpevole sono io (2023): Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder

 

La svolta s'era manifestata davanti al giudice Gustave Rabusset allorché la bella Madaleine confessava a sorpresa il crimine dopo un tentativo di difesa dell'amica. 

È la parte cruciale del film e, lì per lì, lascia attoniti. Perché confessare un omicidio seppur giustificato da un aggressione a sfondo sessuale? Ozon non si disturba troppo a spiegare le ragioni di un così repentino cambio di versione. A suggerire un accordo "fuori campo" tra l'astuta Pauline e la spavalda Madelaine è sufficiente una frase proferita molto più tardi davanti all'eccentrica diva del muto Odette Chaumette, un nuovo personaggio pronto a gettare scompiglio nell'ordine delle cose derivante dalo "spettacolo teatrale" che andava in scena durante il processo pochi mesi prima. Ivi il processo per l'omicidio di Montferrand diventava l'esilarante commedia dei vizi e delle virtù della giustizia francese e l'aula un palcoscenico dove esibire doti eccelse di recitazione.

 

Fabrice Luchini, Dany Boon

Mon crime - La colpevole sono io (2023): Fabrice Luchini, Dany Boon

 

La sceneggiatura del prolifico ed eclettico François Ozon, che ha girato negli ultimi vent'anni altrettanti film, è perfetta. L'umorismo è sottile anche dove presenta eccessi caricaturali. La satira risplende nell'aula di tribunale in cui procuratori e avvocati si scagliano contro il comportamento predatore del maschio, l'opportunismo femminile, il finto perbenismo della società, la brama di successo e l'incapacità del sistema giudiziario di assicurare integrità ed eguaglianza. L'architettura è perfetta come la messa in scena e i tempi comici elargiti con costanza e sapienza.

In "Mon Crime" la rivalità si tramuta in complicità, il ricatto in riscatto, il pregiudizio in sguardo attento e pervicace.

Premesso che i meriti principali sono da ascriversi al testo di Ozon, che rinfresca una commedia d'antan con tocchi di femminismo e gay proud, molto si deve agli interpreti che si appropriano dei personaggi con autoironia ed evidente divertimento. Isabelle Huppert esorcizza la paura di invecchiare senza il cinema, Fabrice Luchini si prende in giro nei panni di un uomo mediocre e vanesio mentre André Dussollier si fa fregare da una donna astuta e da un lucido affarista. Si scherza sui luoghi comuni con un uomo incredibilmente fedele alla moglie ed un'attricetta che non solo non va a letto con tutti, per avere una parte, ma è meno stupida del solido. Sulle doti nascoste delle protagoniste si gioca un film divertente, stuzzicante, intelligente. Il finale è esilarante. La vita è un coup de théâtre che elargisce a tutti nuove possibilità e nuovi ed imprevisti legami. I titoli finali sono una chicca meravigliosa. Ozon, insomma, è in formissima!

 

Cinema Teatro Santo Spirito - Ferrara

 

locandina

Mon crime - La colpevole sono io (2023): locandina

 

 

 

 

 

 

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