Regia di François Ozon vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Tutti rivendicano il ruolo dell'assassino. Negli anni Trenta, Madeleine Verdier, una giovane e bella attrice poco nota alla frenetica ricerca di successo, viene notata mentre esce furtivamente dalla casa di un ricco produttore, ritrovato cadavere poco dopo.
Di fatto la giovane risulta la principale sospettata, e per difendersi sceglie di farsi assistere dalla sua migliore amica Pauline, giovane avvocato anch'essa in cerca di fortuna.
L'occasione permetterà ad entrambe di divenire famose, e di guadagnare l'assoluzione dal caso processuale, da cui scaturirà una colpa di omicidio attenuata dalla legittima difesa da parte di una vittima innocente dinanzi alla brutalità di un perverso uomo di potere.
Ma la fortuna per le due giovani viene messa a repentaglio da parte di una matura diva del muto che contatta le due, fornendo prove concrete di come sia in effetti lei la reale autrice dell'omicidio.
A questo punto il ricatto è dietro l'angolo e la possibilità di mantenere lo status di assassina con onore per la giovane attrice si rivela decisamente compromessa. Il prolifico e cinefilo François Ozon torna in regia, confezionando un sofisticato thriller d'ambientazione inizi 900, e trattando con brio e verve frizzante una storia di crimini e misfatti sullo sfondo di un mondo del cinema già alla ricerca spasmodica di celebrità ed occasioni per sfondare, e di un collaterale sottobosco giudiziario non meno ambizioso e calcolatore.
Il film, brillante e scritto con effervescente ritmo, si avvale di un cast di primo livello, con al centro due valide attrici emergenti come Rebecca Marder (la determinata giovane avvocatessa) e Teresa Tereszkwicz (la giovane attrice in odore di divismo), affiancate dalla smaliziata Isabelle Huppert nei panni della diva del muto che non si arrende al trascorrere del tempo, attorniata in ruoli gustosi da comprimario da attori di razza come André Dussolier, Fabrice Luchini, Dany Boom.
Per quanto impeccabile, carino, gustosamente scritto e minuziosamente scenografato, Mon crime resta non più che un divertissement cinefilo congeniato con la nota professionalità da parte di un cineasta colto e raffinato che si trova in vena di restare sul leggero e di impegnarsi in un lavoro decisamente più commerciale e leggero rispetto alle opere che hanno reso autore una personalità versatile e di raffinato talento come François Ozon.
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