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I peggiori giorni

Regia di Massimiliano Bruno, Edoardo Leo vedi scheda film

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La recensione su I peggiori giorni

di Andreotti_Ciro
7 stelle

Il miglior cinema tricolore, o quasi, sfila sulle assi di questa seconda pellicola girata ancora una volta a quattro mani da Massimiliano Bruno e Edoardo Leo che firmano anche la sceneggiatura del sequel de I migliori giorni (id., 2023), dividendo anche questa secondo film in quattro episodi, già pronti al momento dell'uscita dei precedenti quattro capitoli, e ancora una volta idonei a esplorare cosa possa accadere non solo in corrispondenza delle festività e ricorrenze ma in qualunque momento dell'anno.

 

Trait d'union fra i due film la festa di Natale da trascorrere sempre in compagnia della medesima famiglia formata da tre fratelli fra loro estremamente differenti sia per carriera che per convinzioni personali: Edoardo Leo, attore ancora a caccia delle propria occasione e perennemente disoccupato, Massimiliano Bruno, imprenditore nel settore dei locali e Anna Foglietta, politica di professione. Riunitisi a casa del padre (un eccellente Renato Carpentieri) in attesa di sapere cosa desideri come regalo. Si prosegue analizzando una Festa dei Lavoratori sui generis e non solo perché trascorsa in una fabbrica del profondo nord-est da due cugini, l'ex operaio (Giuseppe Battiston) e l'imprenditore (Fabrizio Bentivoglio), posizionati su barricate opposte, ma perché il loro incontro rappresenta il più classico dei regolamenti di conti.

Si arriva a un Ferragosto dai risvolti imprevisti quando una coppia 'di 'radical chic' - lei giornalista di televisiva (Anna Ferzetti), lui docente universitario (Neri Marcorè) - va a chiedere spiegazioni a una coppia di coatti e vicini d'ombrellone composta da Ricky Memphis e Claudia Pandolfi, in merito ai comportamenti dei loro figli. Concludendo con un Halloween in cui un uomo disperato per la morte della moglie avvenuta anni prima (Rocco Papaleo) pur di dare una mano alla figlia si troverà costretto a esibirsi e a umiliarsi nelle vesti di mago alla festa di compleanno del figlio di un "vecchio amico" (Giovanni Storti).

 

Rispetto alla pellicola precedente questo secondo capitolo si abbandona meno a battute riservate in parte al primo dei quattro episodi, che richiama il canovaccio di Parenti serpenti di Mario Monicelli (id., 1992), per il resto quelle che si stagliano di fronte agli occhi del pubblico sono situazioni tratte dalla vita quotidiana di ognuno e nelle quali è fin troppo facile immedesimarsi. Ogni attore riesce a offrire alla narrazione di ogni episodio eccellenti prove espressivo - recitative con particolari menzioni per il duo Bentivoglio - Battiston, capaci di dare vita a monologhi e dialoghi a sfondo personale e lavorativo che per la passione con la quale sono recitati ricordano il miglior teatro drammatico, e Neri Marcorè nel ruolo di un padre seriamente preoccupato per le conseguenze che potrebbero colpire la propria vita famigliare e in particolare la vita di sua figlia.

 

 

Pellicola che troppo sbrigativamente può essere confusa con una commedia brillante ma che invece fa virare fin da subito l'attenzione verso la più classica delle domande personali: "Al loro posto Io cosa farei ?"

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