Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film
Il raffinato Hirokazu Koreeda, già autore di film che possono essere considerati capolavori come "Un affare di famiglia" o "Still walking", ci ha dato come sua opera più recente questo "L'innocenza", il cui titolo internazionale è "Monster" (fedele traduzione dell'originale giapponese), un film che indaga i misteri dell'infanzia e dell'educazione a scuola di fronte alla possibilità di maltrattamenti compiuti da un maestro su un bambino di quinta elementare.
La particolarità di questo "Monster" è che il regista non ci dà una versione unica della trama, ma ci espone i fatti secondo tre punti di vista diversi, quelli della madre di Minato, del maestro e poi del bambino, aggiornando in qualche modo il procedimento stilistico di "Rashomon" di Kurosawa che ci mostra la relatività di ogni accadimento umano e l'impossibilità di stabilire una verità che sia tale per tutti. Si parte dall'incendio di un palazzo di cui sono testimoni i protagonisti, poi si va a scavare in un complesso groviglio di fatti che vedono questo bambino, Minato, cresciuto da una madre single e apprensiva, venire etichettato dal maestro come avente un "cervello da maiale", e poi le proteste della madre, la richiesta di scuse e di licenziamento del maestro, la scoperta che costui frequentava un bar equivoco, il rapporto di Minato con un compagno di classe per cui sembra provare un sentimento...
Le tre versioni hanno diversi particolari contrastanti, quindi il regista rinuncia all'assunto di voler mostrare i fatti per come sono veramente accaduti, ma si lascia trasportare dal gusto molto soggettivo della ricomposizione di un puzzle, offrendo allo spettatore le tessere del mosaico da sistemare come meglio crede. Il film dimostra comunque una sensibilità visiva eccezionale, passando da immagini molto cupe, quasi horror soprattutto nel primo episodio ad altre molto più distese, di leggerezza impressionista nella parte finale che segue Minato nei suoi svaghi infantili con l'amico Yori. "Monster" è un'opera decisamente autoriale che riprende molti dei temi tipici del cinema di Koreeda, soprattutto la peculiarità dell'universo familiare e il carattere repressivo di certe istituzioni sociali, inserendoli in un'opera molto raffinata e intelligente ma anche un po' cerebrale, e che in quanto tale non potrà essere gradita a ogni genere di spettatore. Ci vuole sicuramente un po' di pazienza e di buona disposizione, però il film ripaga ampiamente con la ricchezza delle sue riflessioni volutamente in contrasto fra di loro e con la bellezza delle immagini, accompagnate dalle musiche di Ryuichi Sakamoto nella sia ultima colonna sonora scritta per il cinema.
Nel cast si apprezzano le ottime performances di Sakura Ando nel ruolo della madre, già vista in "Un affare di famiglia", nonché di Eita Nagayama nel ruolo del maestro Hori, ma anche con i giovani interpreti Koreeda ha come sempre la mano molto ispirata e sa dirigerli al meglio. Nel complesso non arriva al livello dei suoi capolavori ma questo "Monster" è una proposta davvero interessante, vincitore di un premio per la migliore sceneggiatura a Cannes 2023, passato un po' in sordina nelle nostre sale ma da riscoprire.
Voto 8/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Nel mio giudizio breve cito implicitamente due delle principali categorie di Todorov, nel mostrare questa scissione dei punti di vista. Non una verità relativa dunque, ma una che si nasconde agli altri (alla madre, ai docenti) ed a se stessi (il sentimento indicibile per l'altro) e che, nella scena finale (secondo me bellissima quanto significativa), sembra non a caso travalicare i confini della realtà. Personalmente quindi lo giudico in linea con le migliori opere del grande maestro giapponese. Un saluto.
Ciao Maurizio, mi piace quello che hai scritto nel commento breve, credo tu abbia ragione sul giudizio sull'opera, io di Koreeda finora ho visto quattro film, credo di vederne altri appena possibile. Un saluto e grazie
Commenta