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L'innocenza

Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su L'innocenza

di Souther78
1 stelle

Ennesima propaganda lgbqt, ancor più meschina in quanto rivolta ai bambini. Bello sapere che la massoneria pedosatanista ha ormai attecchito pure nella cinematografia giapponese! Del resto chi non sa quanti $$$ fa girare il carrozzone lgbqt farebbe bene a staccarsi dallo schermo e farsi due letture serie una volta nella vita.

 
Reduce da Godzilla minus one, ho deciso di avventurarmi con un altro film giapponese recentissimo. Niente di più sbagliato: lì si celebravano i valori umani veri e autentici, mentre qui si celebra l'ideologia distopica del WEF.
 
Non è una riflessione sul rapporto genitori/figli, ma semplicemente l'ennesimo carrozzone per adescare i new woke e l'ideologia unica lgbqt, suggerendo che sia perfettamente normale che a 6 anni un bimbo abbia una sessualità definita e chi lo mette in dubbio sia un mostro. Sì, perchè poi alla fine il vero mostro secondo l'autore sarebbe proprio quello, come è (imbarazzantemente) evidente alla fine.
 
L'inizio è interessante, benchè si comprenda presto che è eccessivo e inverosimile. Più si procede, più tutto perde senso e pure coerenza. I pezzi non sono nemmeno incastrati bene: una bambina che dice di aver visto il bimbo che gioca col gatto e poi il gatto è morto.... ma nell'altro punto di vista si vede chiaramente che quello non ci ha mai giocato e che il giorno in cui l'ha guardato era già palesemente in putrefazione.... poi non si capisce quando l'avrebbe rimosso per bruciarlo... 
 
Comunque non stupisce che la maggior parte delle persone, cioè la stessa maggioranza che si sta facendo privare del diritto a esistere, pensare, spostarsi, riprodursi, essere libera, abbia pensato che sia un bel film, un'opera in cui si suggerisce che un bambino a 6 anni possa avere un'idea della propria sessualità da rispettare "senza se e senza ma", perchè sennò va a finire che si suicida. Sì, perchè poi in soldoni questo è il brainwashing sotteso a tutto il carrozzone: non stupisce nemmeno che molti non se ne siano accorti, troppo presi a fare i Guidobaldo Maria Riccardelli de noantri.
 
Se pure volessimo far finta che non sia un film monotono e monotematico, indottrinato e indottrinante, resta il fatto che è noioso, ripetitivo, forzato, stereotipato e inverosimile. Gente che sparisce e riappare... gente che sa perfettamente dove andarla a cercare... scene infilate là deliberatamente per depistare in modo ingannevole (la preside che fa lo sgambetto alla bambina al supermercato?!), con il fine manco tanto celato di far pensare allo spettatore: "Ma, allora, tutto può essere frainteso ed equivocato!". Dannazione, grazie per questa preziosa rivelazione! Adesso sì che siamo tutti più consapevoli!
 
La triste verità è che ormai per guardare un film senza simili suggestioni, occorre andare a scavare in tutto il cinema del passato, e comunque non oltre il 2019: sarà che con la pantomima covidiota hanno messo alla prova definitivamente il livello di dabbenaggine delle persone e hanno concluso che, fattisi schiavizzare e punturare forzatamente per un virus inventato (come del resto pure gli altri), gli umani erano pronti per essere ormai lavati nei cervelli senza più alcun pudore o remora.
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