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L'innocenza

Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'innocenza

di zombi
9 stelle

se un bambino ammette di aver detto una bugia, magari anche l'adulto lo ammetterà con stupefacente innocente facilità e forse tutto potrà essere rimesso in carreggiata. grande HIROKAZU KORE-EDA che gran regalo che ci hai fatto

una frase buttata lì mentre madre e figli stanno guardando un palazzo che brucia: "se si mette ilo cervello di un maiale in un uomo, si è ancora un uomo o si è un animale?"... la madre risponde rispponde distrattamente non prendendo sul serio quella domanda, credendo in uno scherzo.

dal giorno dopo però il figlio comincia a comportarsi sempre più stranamente, fino a quando praticamente il recarsi a scuola per parlare con la preside diviene quasi un peregrinaggio.

gli incontri coi professori e la preside divengono sempre più kafkiani, fino a quando ho creduto che il film si trasformasse in un film di fantascienza e i professori mostrassero la loro vera natura di extraterrestri rettiliani.

la madre non ci capisce nulla e con lei io spettatore, e l'unica cosa certa è che il figlio sta sempre peggio, si comporta in maniera sempre più strana e i professori cominciano tragicomicamente a scappare quando la vedono, ma...

la madre viene tacciata di essere troppo apprensiva in quanto madre single dal professore accusato di molestie al figlio e in uno scambio di battute il professore le dice che il figlio è un bullo, prima di essere sbattuto al muro dagli altri professori e la madre lo accusa di essere andato nel palazzo che è bruciato dove c'era un bar per solo uomini, come se fosse un crimine.

la madre riesce nell'intento di far cacciare il professore, che si vedrà la vita e la carriera rovinata, complice la scuola e una preside praticamente catatonica da quando la sua nipotina è morta per un incidente domestico per cui è in carcere il marito.

nel contempo però le parole del professore lavorano dentro di lei e indaga parlando col ragazzino coinvolto in tutto questo.

le cose non migliorano quando vediamo quello che è successo, mettendoci nei panni del professore.

anzi in quanti testimoni, ci sentiamo ancora peggio, poichè ci rendiamo conto che il prof accusato è totalmente innocente, ma per evitare denunce da parte della madre e di successive ritiri di altri bambini dalla scuola, la preside lo mette in condizione di licenziarsi.

vedendo come sono andate le cose dal punto di vista del professore, arriviamo a pensare che l'INNOCENZA di questi sia un'innocenza del tutto mal riposta e che anzi questi bimbi siano quasi dei piccoli demoni che dicono una cosa per poi negarla quando dovrebbero confermarla di fronte a dei testimoni.

entrtambi i punti di vista partono dall'incendio del palazzo dove all'ultimo piano stava questo bar per adulti.

il punto di vista di una madre che rimasta vedova(in un incidente forse equivoco) fa tutto quello che è in suo potere per difendere il figlio pieno di ferite, sempre più silenzioso e chiuso e che in brevi quanti sibilline frasi, le dice che non potrà mai essere come il padre e di non rammaricarsi per lui, è ovvio che ci mettiamo dalla sua confusissima parte se sentiamo che un professore lo picchia e gli dice cose orrende, ma quando poi assistiamo alla versione del professore, noi fortunati spettatori, possiamo farci una diversa prospettiva di quello che sta accadendo nella vita del bambino, di sua madre, del proferssore, della preside, e del bambino apparentemente bullizzato dal bambino.

ognuno dalla sua prospettiva, e secondo le informazioni che  riesce a reperire ha le sue ragioni, solo che da una parte abbiamo un bambino problematico, chiuso in un preoccupantissimo silenzio, il bambino bullizzato che vive col padre, una madre che non sa dove sbattere la testa per aiutare il figlio e un professore che viene demonizzato e che se anche urla la propria innocenza vede la sua vita rovinata .

arriviamo alla versione del bambino e i pezzi del puzzle si rimettono al loro posto, perchè ovviamente abbiamo la fortuna di vedere cosa è veramente successo a lui e quell'altro bambino coinvolto.

KORE EDA ci illustra come è facile dalla prosdpettiva di ognuno di noi stigmatizzare qualcuno con la parola del titolo originale.

ed è solo grazie alla possibilità della finzione filmica se si riesce a dare una spiegazione alle assurde e crudeli cose che accadono alle persone adulte e ai bambini.

dal punto di vista di un bambino che impara tutto quello che il mondo degli adulti gli insegna, a cominciare dagli scherzi cattivi degli altri bambini che non sono che un riflesso di ciò che sentono in casa, è facile creare un incubo ad occhi aperti a cominciare dalla frase: "hai il cervello di un maiale..." o "chi è il mostro, vhi è il mostro" canticchiato come una filastrocca.

la disperazione di una madre che non sa cosa stia accadendo al figlio, la catatonia della preside per la disgrazzia occorsa alla nipotina, la disperazione del professore nel non voler essere creduto e spinto ai margini, la silente incapacità di un bambino di affrontare alla propria età un insieme di sensazioni e sentimenti troppo grossi per essere elaborati innocentemente nella società in cui vive.

il film è un potente j'accuse ad una società che non ha tempo per affrontare i problemi che occorrono ai bambini se non puntando il dito contro qualcuno alla ricerca di un colpevole veloce da accusare.

gli adulti non hanno abbastanza tempo per seguire i figli e seguirli nelle loro trasformazioni nelle migliori delle condizioni, oppure proprio non sono in grado e se ne fregano perchè vedono in loro debolezze che sarebbero felici di liberarsene con una pastiglia o uno sciroppo, però è un anche un bellissimo, meraviglioso e speranzoso punto di ri-partenza da cui anche gli adulti possono ricominciare per riprendere in mano la loro esistenza con franchezza e onestà.... a ma che impresa!!!!

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