Regia di Vincenzo Terracciano vedi scheda film
La stanza 104 del reparto di gastroenterologia per una sera viene utilizzata come un fortino inespugnabile dove i ricoverati, asserragliati all'interno, organizzano una cena clandestina come atto di ribellione nei confronti dell'insensibile primario e di alcuni infermieri incapaci.
Un film che rende bene l'idea di alcuni reparti ospedalieri del nostro paese, già dall'inizio con la scena dell'accettazione, poi il ricovero, i pasti immangiabili, il personale medico scorbutico, le informazioni sulla salute date con il contagocce.
Non vedo però “Ribelli per caso” un film sulla malasanità, ma piuttosto un film sulla dignità ed il rispetto, sull'incapacità e l'inidoneità a ricoprire certi ruoli. Il ruolo dell'inetto primario che deve chiamare la polizia per risolvere una situazione drammatica provocata da lui. La figure dei pazienti che rivendicano il diritto di sapere e sopratutto di decidere quel che è meglio per loro, in fondo stanno “giocando” con la loro pelle mica con quella degli altri.
Tutto questo ci viene proposto in un ottima commedia drammatica con delle sfaccettature di ironia, dove gli attori che interpretano i cinque degenti riescono a rappresentare al meglio l'atmosfera di attesa e di abbandono nella quale sono lasciati, al contrario del personaggio del primario interpretato da Antonio Petrocelli che stona un po quando eccede in severità ed è carente in freddezza ed indifferenza come certi primari che girano per gli ospedali.
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