Regia di Vincenzo Terracciano vedi scheda film
In un reparto di gastroenterologia, i pazienti si ribellano all’odioso dottore (Petroselli) regalandosi una “botta di vita”: un cenone clandestino preparato in loco. Il “colpo” riesce, ma i commensali si ritrovano ben presto asserragliati (nella camerata chiusa dall’interno) da medici giornalisti e poliziotti. Lo spunto non è granché, e non regge. Ma non è solo l’ambientazione nosocomiale a rendere deprimente il film: è la piattezza ripetitiva del copione, la trasandatezza della regia (pessima fotografia e uso della musica vanamente ruffiano), la superficialità delle macchiette: il fruttivendolo saggio, il professore triste e romantico... Gli attori sono di alterna bravura, anche perché non c’è granché da fare. Spicca l’avvocato di Antonio Catania, e il cameo di Tiberio Murgia (che parla sardo).
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