Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Abel Ferrara apre il suo film mostrandoci la vita tranquilla di una famiglia di origine sudamericana nei giorni precedenti al natale del 1993. Sono padre, madre e una figlia. Sono giovani, di bell' aspetto, contenti della propria vita. Li vediamo andare a fare i regali, assistere alla recita scolastica della piccola. Li vediamo prepararsi a festeggiare il natale. Fino a qui sembrerebbe una famiglia come tante altre. Ma la situazione cambia quando si viene a scoprire il loro lavoro. Spacciatori di eroina. I due hanno dei compiti ben precisi da svolgere. Tagliare la roba, riempire le bustine, mettere i timbri sulle bustine, dare la roba a chi la andrà a spacciare per strada. Un lavoro come un altro insomma. Solo che ci guadagni tanto, ma tanto di più. Solo che la gente ci muore per la merda che gli vendi.
Ferrara sembra ben lontano dal dare un giudizio su quanto mostra. L' unica figura che prende posizione è quella del poliziotto corrotto interpretato da Ice-T. Che, se da una parte rapendo il marito vuole farsi un bel pò di soldi, dall' altra sembra realmente interessato al fatto che la roba scompaia dalle strade. Ai due spacciatori, invece, non sembra proprio passare per la testa il benchè minimo problerma morale. Alla fine è solo un lavoro più facile e redditizio di altri. Fine della storia. Che la gente ci muoia non gli fa nè caldo, nè freddo.
La vera trovata interessante del film è di carattere filmico. Ferrara riprende il taglio dell' eroina e il suo successivo smercio tramite un montaggio fatto di dissolvenze incrociate. Così come la roba si mesola con le altre sostanze che servono per tagliarla, allo stesso modo le immagini si mischiano tra di loro per spiegarci quanto accade. Una trovata veramente intelligente.
Per il resto Ferrara non sembra voler prendere posizione, limitandosi a raccontare quanto comunque sapevamo già. La roba è la migliore merce del mondo.
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