Regia di Abel Ferrara vedi scheda film
Il Natale secondo Abel Ferrara: non è Dickens, non è Capra, anzi il cineasta newyorchese dei bassifondi è distante anni luce dai buonismi e dalle ristrette morali del Canto di Natale del primo e de La vita è meravigliosa del secondo. E quindi il rinfrancante spirito delle festività serve solamente come ambiguo contorno a una vicenda non molto distante dai classici canoni del regista e sceneggiatore (insieme a Scott Pardo, da un racconto di Cassandra De Jesus); unica osservazione degna di nota: nel corso degli anni Ferrara si è imborghesito anche attraverso i suoi personaggi, che nei primi film vivevano nei quartieri poveri o poverissimi svolgendo mestieracci, mentre ora, pur non rinnegando i medesimi conflitti interiori e un'umanissima malvagità, si sono però elevati di status sociale (idem per i protagonisti dei più recenti lavori del regista, come Blackout o New rose hotel). Anche la confezione si è parimenti adeguata, in un certo senso arricchita: se questa volta mancano i grossi nomi fra gli interpreti sul cartellone (ma la presenza del rapper Ice-T è già una nota curiosa), comunque la fotografia del solito Ken Kelsch, che accompagna Ferrara fin dai suoi esordi, è decisamente patinata, quasi televisiva. Nel complesso anche Il nostro Natale sembra però soffrire del calo di ispirazione che ha colto il regista da Fratelli (1996) in avanti. 5/10.
Si avvicina il Natale e una giovane coppia benestante va a comprare i regali. Lo stile di vita dei due è fin troppo agiato: presto verrà allo scoperto una tremenda verità.
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