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L'esorcista del papa

Regia di Julius Avery vedi scheda film

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La recensione su L'esorcista del papa

di kubritch
1 stelle

Loyola production. Come dietro L'Esorcista, anche in questo caso, i "mandanti" sono i gesuiti. Tuttavia, mentre nel primo caso c'era un regista di classe, questa volta c'è un manager da supermarket, adeguato ad un pubblico di soap opera. La tesi portata avanti dal film è che l'Inquisizione sarebbe opera di Asmodeo, re degli inferi, sopravvissuto ai rituali del più grande esorcista di tutti i tempi, fino a padre Amorth. (Tra parentesi, non ho mai capito perché insistono a farsi chiamare "padre" quando Gesù ha posto un divieto esplicito.) Dobbiamo presupporre che sia una reale avventura esperita dal grande esorcista del papa? In pratica, una famigliola sarebbe andata a vivere in un'antica abbazia  sconsacrata, fatiscente ed invasa dalle sterpaglie, in mezzo al nulla, dove nel 1400 fu allestito un importante tribunale dell'Inquisizione. Il bello è che il diavolo dice in continuazione che ammazzerà tutti, quindi li fa volare sbatacchiandoli sulle pareti, o impiccandoli, ma, poi, nessuno muore, nemmeno una piccola frattura. Amorth è un bellimbusto buontempone (una bella contraffazione della realtà) e gira in Vespa di cui è, evidentemente, testimonial. Addirittura, si fa un viaggetto da Roma fino in Spagna per raggiungere il paziente indemoniato che manco a dirlo, è il solito moccioso sotto alle coperte. L'esorciccio, data la stazza da tipico fraticello mangione, fa il suo ingresso d'effetto, porgendo il cappellaccio, con un primo piano alla Indiana Jones in versione talare taglio Matrix. Insomma, una grande boiata tutta da sbellicarsi. Al Vaticano sono maestri nel raccontare storielle, ma in fatto di cinema non hanno alcuna competenza. Ho temuto che potessero trarne una saga sulla scorta del Codice Da Vinci ma integrato, col diavolo che riesce a introdursi nel Vaticano, tanto per giustificarne l'atavica corruzione, ma suppongo e voglio sperare che abbiano desistito dal protrarre l'operazione di propaganda, dati gli esisti tutt'altro che artistici.  

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