Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
I film di Pieraccioni sono un insulto all'intelligenza umana. E probabilmente, dopo i cinepanettoni, sono l'insulto più redditizio all'intelligenza umana mai verificatosi sul pianeta. La cosa buona (l'unica) di questo Il principe e il pirata sta nella presenza di Ceccherini: almeno qualche smorfia, qualche atrocità e qualche greve motto da bordello ogni tanto risollevano il tenore della pellicola. Per il resto, calma piatta: una trama presumibilmente plagiata da un vecchio numero di Topolino (è giusto che la gente sappia che i colpevoli della sceneggiatura sono Pieraccioni stesso ed il Fido - nel senso che scrive come il miglior amico dell'uomo - Giovanni Veronesi), situazioni prevedibili e di una banalità nauseabonda, un andamento barcollante, da ubriaco stordito, e biecamente programmato dalla prima all'ultima scena che grida vendetta. Edoardo Bennato firma le musiche, ma tutti abbiamo bisogno di soldi. Un altro film da fare la fila al botteghino. Della sala accanto.
Un uomo, per ereditare un quadro da 250 milioni, deve attraversare tutta l'Italia assieme al fratellastro a lui sconosciuto fino a quel giorno. Lui è un timido maestrino, l'altro uno spregiudicato pregiudicato. Gag da ammazzarsi dal ridere!
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