Regia di Leonardo Pieraccioni vedi scheda film
Non c'è niente di nuovo, in questo film di Pieraccioni, rispetto ai suoi precedenti, anzi, in alcuni momenti si nota una pericoilosa tendenza al "nutismo", intendendo con questo la maniera compiaciuta con cui l'autore guarda e tratta il proprio personaggio. Mereghetti dice giustamente che Pieraccioni "come interprete si ama troppo"; in più, la struttura on the road, già più volte sfruttata nella storia della commedia italiana, almeno dal "Sorpasso" a "Tre uomini e una gamba", è ormai abusata. Pur tuttavia, questo è, secondo me, il miglior film di Pieraccioni, soprattutto grazie a Ceccherini, che dimostra di essere un vero attore. E chi parla di volgarità dimostra di non conoscere lo spirito del popolo toscano e di usare due pesi e due misure tra Benigni e i suoi fratellini minori (ci si riguardi "Berlinguer ti voglio bene", per esempio...). Più che sufficiente. (8 gennaio 2008)
Leopoldo è un tranquillo maestro elementare di Firenze. All'improvviso gli muore il babbo. In realtà, però, il babbo non è morto ma è meglio che tutti lo credano morto. In questa occasione una donna rivela a Leopoldo di avere avuto un figlio da suo padre. Il nuovo fratello di Leopoldo, però, è un poco di buono e si trova in carcere a Palermo. Il fratello buono dovrà andarlo a prendere ed attraversare tutta l'Italia per andare a Saint Vincent per ritirare l'eredità del padre.
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