Regia di Giorgio Diritti vedi scheda film
Lubo è il classico esempio di film nascosto, ecco perchè oltre a essere inserito nelle categorie David di Donatello e Film anni 2020 di questo blog, verrà inserito pure nella categoria Cinema invisibile.
Il film racconta un’evento nefasto avvenuto in Svizzera all’avvento della seconda guerra mondiale e cioè il “Hilfswerk fur die Kinder der Landstrasse”
Per meglio capire si tratta del ricollocamento dei bambini di strada, per essere educati in maniera “civile”.
Per bambini di strada si intende in modo particolare i bambini “Jenish” cioè dei nomadi.
Una sorta di pulizia etnica eseguita in quegli anni, passata sotto silenzio fino agli anni 80.
Il film del regista Diritti è ben sviluppato, e non si ferma al dolore dei bambini strappati alle famiglie, ma cerca di illuminare la scena e l’animo del padre che perde questi figli.
E’ una continua ricerca per tutta la vita di questi bambini, rapiti per conto di una legge sbagliata.
Bellissimo il modo in cui viene analizzato l’animo del protagonista tra l’amore per i figli e la voglia di vendetta.
Le immagini (fotografia) spesso cupe, forse destabilizzano leggermente, perchè, se è vero che il film richiama momenti tristi è altrettanto vero che lo spettatore deve poter vederli.
Lubo, che è anche il nome del protagonista, ci porta con se in questo viaggio straziante ma che evidenzia una realtà che per la maggior parte di noi era sconosciuta.
Una buonissima interpretazione da parte del tedesco Franz Rogowski, nella parte del protagonista, e tutto sommato, una buona partecipazione da parte di tutto il cast.
Nella seconda parte della pellicola si può sentire marcatamente l’accento ticinese.
Ma ci sta perché era proprio dei luoghi dove è ambientato il film, non è buttato a caso come spesso succede con l’accento romano.
E’ un film in cui riesci ad immedesimarti nel dolore, nella sofferenza, nella passione e nelle lacrime di questo uomo.
Alla fine anche tu spettatore porti rabbia verso questa legge che tanto ha distrutto e tanto ha annientato.
In certi momenti il film è un pò telecomandato e didascalico, ma ci sta, anche per non appesantire troppo lo spettatore.
Probabilmente, il montaggio, che sicuramente è stato difficile, non aiuta a capire tutti i passaggi subito.
Ma non abbiate paura, il film gira benissimo anche se alcune cose non sono totalmente comprensibili subito.
Infatti la pellicola dura circa tre ore, ma vi assicuro che sono tre ore che volano.
Un film che avrebbe meritato più visibilità, rispetto anche a tanti film italiani veramente scarsi e che godono della presenza sugli schermi solo perché c’è quell’attore o regista conosciuto o magari perché tratto da un libro super venduto.
Una grande possibilità per riscoprire un bellissimo film e un tema passato troppo sottotraccia.
L’Italia, quando vuole sa fare grandissimo cinema.
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