Regia di Giorgio Diritti vedi scheda film
FESTIVAL DI VENEZIA 80 - CONCORSO Lubo appartiene alla comunità nomade degli Jenisch, e durante gli anni '30 vive degli spettacoli che, assieme alla sua famiglia e ad alcuni amici, l'uomo organizza nel suo costante peregrinare tra i paesi delle valli svizzere ed austriache. Il giorno in cui viene costretto ad arruolarsi nell'esercito per affrontare l'avanzata tedesca, la sua stirpe viene dispersa con l'uccisione della moglie e il prelievo dei tre figli ancora piccoli, di cui si perdono completamente le tracce.
Per tutta la vita Lubo non farà altro che pensare a loro e agli altri due figli della sua seconda compagna, pure lei deceduta prematuramente durante la detenzione dell'uomo, accusato di vari crimini, inclusa l'uccisione di un ebreo col relativo occultamento del cadavere.
Giorgio Diritti non abbandona il mondo rurale che lo ha rivelato dagli esordi, e traspone al cinema il romanzo Il seminatore, di Mario Cavatore, incentrato sulla figura controversa e sofferta dello zingaro Jenisch di cui sopra.
Un antieroe, personaggio difficile da classificare e pieno di ombre e lati oscuri, ma anche uomo travolto da eventi tragici, ingiustizie e persecuzioni che ne hanno cambiato l'indole gioiosa posseduta sin dalla tenera età.
Lubo è la storia di un uomo perseguitato, divenuto assassino per caso, alla ricerca dei figli venduti ad estranei che portarono alla luce uno scottante caso di pedofilia diffuso nella Svizzera del dopoguerra. Giorgio Diritti si prende i suoi tempi senza rinunciare al dettaglio, e firma un film forte, che fa il punto su tematiche ormai troppo poco note o dimenticate riguardo ad un periodo in cui le persecuzioni razziali si stavano trasformando in atti dovuti e fortemente raccomandati per la preservazione di razza ed i deliri di matrice nazista che ne derivavano.
Lubo si avvale di un contesto scenografico molto puntuale ed è avvalorato dalla grande interpretazione di Franz Rogowski, perfetto a rendere i contorni sfaccettati di un personaggio controverso, divenuto assassino per necessità e disperazione.
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