Regia di Anton Giulio Majano vedi scheda film
Dall'alba al tramonto a Roma, una domenica qualsiasi. Tutto ruota attorno allo stadio e alla partita che vi si sta giocando, Roma-Napoli. C'è chi sogna (e perfino crede) di fare 13, c'è un ragazzo in cerca di un lavoro e c'è chi vuole dare una drastica svolta alla propria vita, come una giovane provinciale giunta in città alla ricerca del padre del bambino che ha in grembo.
Fino all'avvento della tv (1954), Anton Giulio Majano fu uno sceneggiatore piuttosto attivo, specializzato in melodrammi e commedie popolari, che non disdegnava di tanto in tanto di mettersi dietro la macchina da presa; dalla metà degli anni Cinquanta divenne uno dei registi Rai più prolifici. Ciò che sapeva fare per il cinema, come regista e come sceneggiatore (insieme, in questo caso, a Gian Domenico Giagni, Vasco Pratolini e Massimo Mida), è ben esemplificato da La domenica della buona gente, che riassume le due componenti di cui sopra (commedia leggera e storie sentimentali) intrecciando con garbo le storie di alcuni personaggi romani delle fasce sociali più basse. Tutti inseguono un sogno, tutti sono parte della 'buona gente' e, naturalmente, entro la fine della pellicola tutti saranno adeguatamente ricompensati per i loro sforzi; di per sè il film è un prodottino degno di poca considerazione, confezionato da buoni artigiani (fotografia di Adalberto Albertini, futuro regista; montaggio di Gabriele Varriale; musiche di Nino Rota, nientemeno), ma che lascia un po' a desiderare in quanto ai contenuti. Ciò che però sorprende è la concentrazione di futuri divi presenti nel cast: Sophia Loren, Renato Salvatori e Nino Manfredi (in una comparsata, ma anche doppiatore proprio di Salvatori); ai quali si aggiungono attori già noti del calibro di Ave Ninchi, Fiorenzo Fiorentini, Alberto Talegalli, Nino Vingelli e ancora Memmo Carotenuto, Riccardo Cucciolla e Gigi Reder in ruoli marginali (gli ultimi due ancora pressochè sconosciuti). Tratto da un radiodramma di Pratolini e Giagni. 3,5/10.
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